Henrik Mkhitaryan non è solo un talento che ha incantato i campi della Serie A, ma anche il protagonista di una storia di calciomercato. Nel 2019, quando era ancora tra le fila dell'Arsenal, il centrocampista armeno è stato sull'orlo di trasferirsi al Milan, ma le cose sono andate diversamente. Un racconto fatto di telefonate concitate e svolte inaspettate, con Mino Raiola come regista di una trattativa che aveva tutti gli ingredienti del colpo di scena.
Il contesto: un Arsenal ridimensionato
Il 2019 non era certo un anno facile per Henrik Mkhitaryan. L'Arsenal stava attraversando un periodo di cambiamento e il tecnico Unai Emery aveva deciso di non puntare più su di lui. In una squadra alla ricerca disperata di nuovi equilibri tattici, Henrik si trovava all'improvviso senza un posto sicuro. E fu in quel periodo che il suo agente, Mino Raiola, prese in mano la situazione per cercare una nuova destinazione.
La telefonata di Mino: «C'è il Milan forte su di te»
La proposta dal Milan fu un fulmine a ciel sereno. Era l'Agosto e Mino Raiola, con il suo stile inimitabile e schietto, comunicò a Mkhitaryan: «C'è il Milan forte su di te. Tratto con loro. Ciao». Per un attimo, sembrava che il rossonero stesse per tingersi anche dell'inafferrabile classe armena.
Il colpo di scena: Taison e una strada che cambia
Come spesso accade nel mondo del calcio, le trattative possono prendere pieghe inaspettate. Nel bel mezzo delle negoziazioni, il Milan decise di puntare su un altro obiettivo: Taison, l'attaccante brasiliano dello Shakhtar Donetsk. Raiola, nonostante tutto, rassicurava Henrik su ogni cambiamento, tenendolo sempre aggiornato tra una telefonata e l'altra: «Miki, il Milan ha virato verso Taison. Andiamo a Roma.» E così il destino recitava un'altra parte per il calciatore armeno.
Ritorno al Milan: quando sei più di un ripiego
Sembrava finita, ma le sorprese non erano ancora al termine. I problemi nella trattativa per Taison riportarono il Milan sui passi di Mkhitaryan. «Il Milan ti voleva di nuovo», racconta Henrik tramite Raiola. Lo Shakhtar alzava il prezzo, richiedendo 30 milioni che i rossoneri non erano pronti a sborsare. Raiola fu chiaro: «Io ho spiegato che non sei un ripiego, un piano B. Ho detto chiaramente che andassero a fare in c**o.» Parole pesanti, ma rivelatrici del rispetto e dell'affetto professionale che Raiola nutriva per il suo assistito.
Destinazione Roma: l'epilogo di un'estate movimentata
Arrivò infine la telefonata definitiva, quella che avrebbe messo la parola fine a quel turbinio di trattative. Era il 30 agosto, prima di una partita chiave tra Arsenal e Tottenham. Raiola telefonò: «Ah... Vabbè, senti, dopo la partita devi prendere un volo privato per l'Italia. È tutto organizzato.» La destinazione? Roma, dove Henrik avrebbe l'opportunità di vestire giallorosso e dimostrare il suo valore in Serie A.
