La ricostruzione del Napoli passa inevitabilmente dal mercato di gennaio. Dopo un avvio di stagione segnato da assenze pesanti e da una manovra ancora lontana dagli standard di Antonio Conte, il club sa di dover intervenire con lucidità, ma anche con rapidità. In questo scenario si inserisce da settimane il nome di Kobbie Mainoo, centrocampista classe 2005 del Manchester United, uno dei profili tecnicamente più intriganti della nuova generazione inglese. Il suo impiego, però, racconta altro, perché con Amorim in panchina, il ragazzo sta vivendo una stagione ad intermittenza, fatta finora di 8 presenze totali in Premier League per appena 170 minuti complessivi, con 0 gol e 0 assist. Numeri che certificano una centralità ridotta, quasi marginale, per un giocatore che nella scorsa stagione aveva raccolto attenzioni e minuti più significativi.
I dati avanzati confermano un talento ancora grezzo ma strutturato: 98 passaggi medi per 90 minuti con precisione dell’86%, due soli tiri tentati e un contributo difensivo presente ma disomogeneo. La sensazione è che Mainoo abbia bisogno di un ambiente che gli garantisca continuità, ma soprattutto di un allenatore che investa davvero su di lui. Due elementi che Conte, notoriamente orientato al rendimento immediato, non può garantire in questa fase della stagione. Non è un caso che il Napoli stia valutando opportunità differenti per sostituire Anguissa, infortunato ma che comunque sarebbe mancato per la Coppa Africa. Giovanni Manna ha più volte ribadito che per gennaio le linee guida saranno quelle dell’“efficienza economica”: operazioni intelligenti, costi contenuti, profili pronti o comunque immediatamente inseribili in un contesto competitivo. Mainoo, dal canto suo, resta un profilo tecnico che piace, ma non rappresenta una priorità. Troppi dubbi sul minutaggio, troppe incognite sull’impatto immediato, soprattutto per un Napoli che non può permettersi passi falsi nella corsa alla Champions. Il giovane inglese resta un’idea accantonata più che un obiettivo reale.
Timber, la pista che si scalda: Conte intravede l’occasione giusta
Se Mainoo appare oggi un dossier parcheggiato, tutt’altro discorso riguarda Quinten Timber, 23 anni, in forza al Feyenoord. Il centrocampista olandese vive un momento completamente diverso rispetto al collega inglese. In Eredivisie ha già collezionato 11 presenze nella stagione 2025/26, firmando 1 gol e confermandosi come uno dei profili più completi del campionato: dinamico, strutturato fisicamente, abile nel condurre palla e capace di inserirsi con continuità. Il suo valore di mercato resta elevato - intorno ai 30 milioni di euro - ma il fattore chiave è il contratto: scade nel 2026, e questo obbliga il Feyenoord a valutare eventuali offerte già a gennaio. Per il Napoli questo dettaglio vale oro. Conte ha bisogno di quantità e qualità immediata a centrocampo, e Timber rappresenta un innesto credibile per struttura, intensità e completezza tattica. Soprattutto, è un acquisto che rispetta i parametri della società: opportunità economica sfruttabile, margine di crescita e impatto immediato garantito. In più, il Feyenoord sa di poter perdere il giocatore a condizioni peggiori in estate, e ciò potrebbe abbassare la richiesta a una cifra sensibilmente più accessibile.
L’operazione resta però complessa, il giocatore ha mercato in Premier e in Bundesliga, e gli intermediari stanno già sondando diverse piste. Ma il Napoli, oggi, considera Timber non solo un rinforzo, bensì un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Dopo settimane di analisi e valutazioni incrociate, è lui il profilo più vicino alla filosofia di Conte e alle necessità di Manna. Se gennaio sarà il mese della svolta, molto passerà da questa operazione. E stavolta, a differenza di Mainoo, il Napoli è pronto a spingere davvero.
