Stanislav Lobotka è uno di quei giocatori capaci di modificare la geometria di una squadra senza bisogno di effetti speciali. Il suo calcio è un esercizio di sottrazione: pochi tocchi, massimo ordine, linee di passaggio sempre vive, capacità di giocare sotto pressione come se avesse metri di campo davanti. È questa la cifra che Luciano Spalletti ha trasformato in un’arma totale nel suo ciclo a Napoli, rendendolo un perno insostituibile di quel sistema fluido e verticale che ha riportato lo scudetto all’ombra del Vesuvio. Arrivato dal Celta Vigo nel 2020 in punta di piedi, Lobotka ha impiegato tempo per ritagliarsi un ruolo chiave. Ma quando Spalletti si è seduto sulla panchina azzurra, il centrocampista slovacco è diventato immediatamente il “centro di gravità permanente” della manovra: play davanti alla difesa, primo riferimento nella costruzione, metronomo di un calcio che richiedeva tempi perfetti e coraggio nel palleggio. In quella stagione, culminata con il tricolore 2022-23, ha sfiorato il 90% di precisione nei passaggi, diventando uno dei registi più apprezzati d’Europa.
Il suo repertorio non vive di gol o assist - elementi marginali nel suo mestiere - ma di letture, uscite pulite dal pressing, capacità di ribaltare l’azione con una sterzata. Un regista moderno, piccolo di statura ma gigantesco nell’influenza, tanto che Spalletti arrivò a paragonarlo ad Iniesta per fluidità e controllo dei ritmi. È in quel periodo che nasce il rapporto tecnico più intenso della carriera del giocatore: fiducia assoluta, dialogo costante, responsabilità crescenti. Oggi Lobotka rimane un profilo particolare: fondamentale quando è in condizione, fragile quando i problemi fisici bussano alla porta. Una combinazione che intriga molti allenatori, soprattutto quelli che fondano il loro calcio sull’ordine e sulla prima costruzione. Ed è proprio qui che la Juventus entra in scena.
Juve-Lobotka: l’indiscrezione che accende il mercato
Secondo quanto rivelato dal giornalista Marcello Chirico, vicino alle vicende bianconere, la Juventus avrebbe messo gli occhi proprio su Stanislav Lobotka per completare la trasformazione tattica voluta da Luciano Spalletti. Il commissario tecnico conosce perfettamente il rendimento dello slovacco e la sua importanza in un sistema che richiede un play puro davanti alla difesa. Chirico non ha usato giri di parole: “Io so che Locatelli a Spalletti proprio non piace. E devo dire che non ha proprio tutti i torti, non piace neanche ai tifosi. Lui vuole un play davanti alla difesa e confermo che vorrebbe Lobotka e che ci sono stati dei contatti con il procuratore del centrocampista del Napoli.”
{/* @ts-expect-error AMP custom element */}Un’affermazione che apre scenari pesanti. Da un lato, un tecnico che sembra voler plasmare la Juventus a immagine del suo calcio, dall’altro un giocatore legato al Napoli da un contratto importante e da un ruolo centrale nelle rotazioni. Ma la seconda parte dell'intervento di Chirico aggiunge complessità: “Però io avrei delle perplessità sullo slovacco, ha tanti problemi fisici. Prendere un giocatore così è rischioso e uno come Comolli che lavora sugli algoritmi non so se gli prenderà Lobotka. Però vi confermo che Spalletti vuole un play davanti alla difesa a gennaio”. È qui che nasce la vera questione tecnica: Lobotka sarebbe il centrocampista ideale per dettare i tempi della Juventus di Spalletti?


