Nella vivace atmosfera dell’Ortalyq Stadium di Almaty, l'ex giocatore russo Andrei Arshavin è riuscito a catalizzare l'attenzione con la sua presenza tanto quanto l'atteso match tra Kairat e Real Madrid. Pur avendo appeso gli scarpini al chiodo nel 2018 in questo stesso stadio, il carisma di Arshavin si sente ancora forte, facendo eco tra i corridoi del mondo del calcio internazionale.
Un ospite llustre nella sala stampa
La sala stampa era gremita di giornalisti, una fusione di culture con presenze spagnole e kazake. Ma gli occhi e i taccuini erano tutti puntati su di lui, Andrei Arshavin, che proprio ad Almaty aveva posto fine alla sua carriera agonistica. Vederlo lì, nel suo vecchio habitat calcistico, ha suscitato sensazioni miste fra nostalgia e ammirazione per un giocatore che ha saputo incantare con i suoi dribbling e i suoi gol i tifosi di Arsenal e Zenit San Pietroburgo.
L'eterno rifiuto al Real Madrid
Arshavin non è mai stato un nome qualsiasi legato al Real Madrid, e non di certo per ragioni di mercato. Da sempre antimadridista convinto, ha sempre preferito abbracciare i colori del Barcellona, anche da lontano. Le sue dichiarazioni sono state chiare: "Spero che vinca il Kairat. Ogni sconfitta del Real Madrid è un balsamo per il mio cuore." Parole che suonano quasi come una mantra per chi, a suo tempo, rifiutò di indossare la maglia dei Blancos.
Era il 2011, un anno cruciale per il calciomercato. Arshavin, nel pieno della sua esperienza con l’Arsenal, fu avvicinato dal club madrileno, ma la risposta fu categorica: "Non giocherei nel Madrid neanche per tutti i soldi del mondo." Una decisione che, con il passare degli anni, si è rivelata vera e propria scelta di vita, facendo di lui una figura simbolica di quello che è conoscere e saper scegliere la propria strada, senza cedere alle lusinghe più promettenti.