L'Inter di Cristian Chivu ha incassato un'altra sconfitta in Europa, questa volta per mano del Liverpool. Dopo la battuta d'arresto con l'Atletico Madrid, i nerazzurri sono caduti sotto i colpi dei Reds, nonostante il gol decisivo sia arrivato su un rigore discutibile trasformato da Dominik Szoboszlai.
L'episodio è accaduto martedì sera a San Siro, ma a qualcuno non è ancora andato giù. Sull'argomento è intervenuto l'ex portiere dell'Inter, Walter Zenga, che non ha nascosto il suo disappunto riguardo alla decisione arbitrale.
Inter-Liverpool, il rigore contestato da Zenga
Zenga, soprannominato L'Uomo Ragno, ha espresso perplessità sui criteri di valutazione degli arbitri: "L'unico errore di Bastoni è stato mollarlo ad un certo punto, ma la decisione dell'arbitro rimane fuori da ogni logica", ha dichiarato al Corriere dello Sport. Secondo lui, il contatto in area non giustificava un rigore, e la decisione è risultata particolarmente penalizzante per l'Inter.
Zenga ha poi affrontato il tema dei contatti fisici in area, spesso motivo di polemica: "Non si può pretendere che i difensori in area si comportino come le sagome del calcio balilla. È normale che ci sia contatto, che ci si possa tenere per la maglia". La sua riflessione scaturisce da anni di esperienza sul campo, dove il confine tra difesa regolare e fallo è spesso sottilissimo.
E poi ancora l'ex giocatore e allenatore rincara la dose. In un'era dove il VAR ha amplificato ogni dettaglio, le parole di Zenga risuonano come un invito a riflettere sull'interpretazione delle azioni di gioco. "Come si può stabilire che sia da rigore una trattenuta per la quale uno casca 5 secondi dopo?", si domanda, evidenziando l'esigenza di un equilibrio tra tecnologia e occhio umano.
Zenga e la clamorosa proposta
Ma Zenga non si è limitato alla critica: ha avanzato una proposta rivoluzionaria che potrebbe cambiare il modo in cui gli arbitri vivono il gioco. Suggerisce che gli arbitri dovrebbero allenarsi insieme alle squadre, partecipando a qualche partita per "capire alcune cose". Secondo Zenga, attraverso questa esperienza pratica, i direttori di gara potrebbero percepire meglio le dinamiche in campo.
