Cristiano Ronaldo alla Casa Bianca: perché è stato trattato come un Capo di Stato

Il fenomeno portoghese ha incontrato Donald Trump, con delle dinamiche che hanno ricordato gli incontri ufficiali con alcuni degli uomini più potenti del pianeta
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Cristiano Ronaldo alla Casa Bianca, accolto come una vera e propria figura istituzionale al fianco del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Le immagini, divenute rapidamente virali, hanno aperto un dibattito internazionale: cosa ci faceva il fuoriclasse portoghese in un contesto così formale e politico? E perché la sua presenza è stata gestita con un protocollo quasi diplomatico?

Ronaldo alla Casa Bianca: ecco perché

Ronaldo rientrava tra gli ospiti della cena di Stato organizzata da Trump in onore del principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman. Un evento imponente, al quale hanno partecipato vertici politici e industriali tra cui il vicepresidente statunitense JD Vance, il CEO di Apple Tim Cook, Elon Musk, Gianni Infantino, Jeff Bezos, Jensen Huang e i leader di colossi come Blackstone, General Motors e Chevron. Tra questi giganti globali, la presenza del campione dell’Al Nassr ha attirato più attenzione di qualunque altro nome.

 

Il motivo non è soltanto sportivo. Ronaldo è infatti una delle figure centrali del grande progetto di visibilità globale dell’Arabia Saudita, Paese che attraverso il calcio sta investendo risorse gigantesche per costruire una nuova immagine internazionale. Con un ingaggio stimato attorno ai 200 milioni di dollari l’anno, CR7 non è soltanto un giocatore della Saudi Pro League: è un ambasciatore mediatico del Regno, una sorta di volto istituzionale del nuovo corso sportivo e culturale saudita. La sua presenza alla Casa Bianca rafforza esattamente questo ruolo.

Ronaldo e l'Arabia Saudita

Trump, dal canto suo, ha scelto di valorizzare la partecipazione del fuoriclasse, citandolo pubblicamente durante il discorso e sottolineando come il figlio Barron lo segua con ammirazione. Un riconoscimento che ha ulteriormente alimentato la percezione di Ronaldo come figura “statuale”, posizionata al pari di leader politici e grandi industriali.

 

Sul piano geopolitico, l’incontro fra Trump e Mohammed bin Salman è stato un passaggio chiave delle relazioni tra Stati Uniti e Arabia Saudita, un dialogo che comprende cooperazione economica, sicurezza e investimenti privati su scala globale. In questo scenario, la presenza di Ronaldo non è stata un semplice ornamento: il fuoriclasse funge da catalizzatore mediatico, capace di attrarre attenzione e legittimare eventi diplomatici di grande rilevanza.

 

C’è però un elemento ulteriore: secondo alcune ricostruzioni, sarebbe stato lo stesso Ronaldo a esprimere il desiderio di incontrare Trump, lasciando intendere una crescente simpatia nei confronti dell’ex presidente. Un dettaglio sorprendente, considerando la tradizionale neutralità del campione su temi politici, ma che conferma come il suo ruolo oggi trascenda i confini dello sport.

Luca Gilardi
Tags :CRISTIANO RONALDO

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