Sarri consiglia Motta: "Non si pieghi al nome della società, alla Juve a me non è stato perdonato niente"

Maurizio Sarri si è aperto a Sportitalia per la prima volta dall'addio alla Lazio e ha parlato di tanti temi, tra cui il possibile approdo di Thiago Motta alla Juventus e i suoi anni in bianconero.
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Maurizio Sarri si è aperto a Sportitalia per la prima volta dall'addio alla Lazio e ha parlato di tanti temi, tra cui il possibile approdo di Thiago Motta alla Juventus e i suoi anni in bianconero.

Sarri consiglia Thiago Motta sulla Juve

Dopo qualche mese di silenzio, Maurizio Sarri è tornato a parlare e lo ha fatto a Sportitalia, parlando di tanti temi come il suo addio alla Lazio e il rapporto con giocatori e società biancocelesti, il suo futuro e il futuro di alcune squadre di Serie A, come la Juventus. Sul possibile approdo di Thiago Motta sulla panchina bianconera, Sarri ha detto: "Thiago Motta ha fatto una bellissima stagione, bella qualità di calcio espresso, squadra giovane e bella. Non so se Thiago andrà alla Juve, è un’ipotesi. Nel corso della sua carriera allenerà squadre di altissimo livello, deve cercare di restare com’è ora, senza piegarsi al nome della società in cui andare a lavorare. E’ intelligente, sa quali sono le caratteristiche del modo di fare calcio."

 

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Sarri si toglie qualche sassolino sulla Juve

Alla domanda sulla sfuriata di Allegri in finale di Coppa Italia, Sarri si è tolto qualche sassolino dalla scarpa sulla Juventus dicendo: "A me non è mai stato perdonato niente. Purtroppo faccio parte di quei pochi che vengono dal basso, e quando arrivi in alto, tanti gli vogliono ricordare che arrivi dal basso. Ieri sera ho letto un’altra cosa che mi ha lasciato perplesso. In un club in cui 'Vincere è l’unica cosa che conta', probabilmente non sono soddisfatti di aver vinto solo la Coppa Italia. Non è una critica alla società, ma una constatazione. Può essere che Allegri abbia fatto una grande stagione, che la squadra non potesse fare di più. Sicuramente non mi avrebbero trattato benissimo.

Il fatto che la Juve non è allenabile tra virgolette, io non l’ho mai detto. Mi è stato attribuito questo virgolettato, va inserito in un contesto del club che vinceva da otto anni consecutivi. Il campionato veniva dato per scontato, il club faceva passare l’idea che dovessimo vincere la Champions; in realtà in Europa eravamo il dodicesimo fatturato, c’erano undici squadre che spendevano di più. Mi sembrava un po’ troppo ottimistico."


Il futuro secondo Sarri

Sul suo futuro, Sarri sa che vorrà ricominciare con una nuova sfida, ma ancora non sa quale né dove: "Cerco qualcosa di arrapante, una proposta che inneschi questo tipo di sensazioni. Mi piacerebbe fare un percorso con una squadra abbastanza giovane, che possa stare insieme in un periodo medio-lungo, per vedere dove si può arrivare. Io non posso tornare a casa e leggere che mi sono proposto alla Fiorentina. Io non mi propongo a nessuno. Abitando in questa zona ci sono cento persone che mi chiedono perché non voglio andare a Firenze. Ma non c’è mai stata alcuna trattativa e nemmeno un approccio, non è che non ci voglio andare. La battuta del Viola Park era una frase per stemperare le domande che mi fanno persone della zona."

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