La redazione di Chiamarsi Bomber ha intervistato in esclusiva l'attaccante del Ravenna, Stefano Okaka con cui abbiamo ripercorso la sua carriera che si è evoluta tra l'Italia e l'estero. Nel mezzo anche aneddoti su Spalletti e Totti, poi un saluto speciale ai tifosi del Ravenna.
Intervista a Stefano Okaka
Nel 2004 hai giocato per la Roma, ma ti avevano cercato anche Milan e Aston Villa...
"Bruno Conti mi ha fatto scegliere la Roma perchè, mentre stavo firmando per il Milan, Conti ha chiamato mio papà per farci vedere il centro sportivo e di venire a Trigoria e io ho voluto rimanre nel centro sportivo della Roma".
Guardando le statistiche, sei stato il più giovane a esordire in Europa a soli 16 anni. Che ricordi hai di qualla partita?
"Un buon ricordo, ma non mi ricordo se ho fatto gol. Un buon ricordo perchè esordire così giovane non era tanto normale, ora fa più rumore ma ci sono passato pure io e capisco cosa provano i giovani. Ero molto giovane e ho fatto tante cose precocemente diciamo".
Ti ha pesato l'etichetta di predestinato?
"No, non mi ha pesato ognuno ha la sua strada. Non per forza devi essere etichettato Cristiano Ronaldo ed essere Cristiano Ronaldo. Puoi fare sempre la tua strada e io quando ho iniziato ho sempre pensato di dare una vita migliore alla mia famiglia e ci sono riuscito e poi ho fatto 20 anni di calcio al top. Quindi anch'io ho fatto qualcosa di buono nella mia carriera".
Primo allenatore da professionista è stato Luciano Spalletti. Che ricordi hai di lui e se hai qualche aneddoto da raccontare
"Mister Spalletti è stato come un padre per me calcistico, perchè avevo 15 anni e mi ha messo in prima squadra e mi ha fatto esordire. Abbiamo avuto tanti momenti come padre e figlio. Di aneddoti ce ne sono tanti ma ce ne è uno che tutti conoscono. Ho compiuto 18 anni e chiamai mio papà e gli chiesi di comprarmi una R8. Due, tre mesi dopo ho questa R8 e ci sono andato a Trigoria e il mister mi ha visto entrare con la macchina e mi ha chiamato dicendomi che se "domani entri con questa macchina, non giochi più". Il giorno dopo ho preso una Smart e si è risolto tutto in maniera pacifica".
Restando in ambito Roma non possiamo non parlare di Francesco Totti. Ricordi e aneddoti?
"Ma con Francesco, De Rossi, Cassano, Panucci, Perrotta, Mexes, Chivu chi più ne ha più ne metta. Sono cresciuto con loro. Con Totti ancora di più e l'ho sentito anche ultimamente perchè sono stati per me una guida. Avevo 15 anni e sono stato 8-9 anni con loro. Aneddoti ne ho uno: c'era la sua ex moglie in piscina e noi eravamo in campo per l'allenamento e lui tira la palla e prende lei in testa e mi dice "hai visto, hai visto". Un fuoriclasse, un'icona per la città. Tutti loro mi hanno visto da bambino e fa piacere vedere i percorsi che tutti hanno fatto".
Esperienza in Premier League. Come è stata e cosa manca alla Serie A per essere come la Premier?
"Esperienza unica, un mondo completamente diverso. Mi ricordo alla prima partita con il Fulham e mi dicono vieni direttamente allo stadio. Noi non abbaimo ritiri. Mi sono svegliato, ho mangiato la pasta in bianco e sono andato direttamente allo stadio e c'era di tutto da mangiare. Riscaldamento, partita e fine. Vinci o perdi è la stessa cosa. Con l'arrivo di Guardiola, Mancini hanno preso la mentalità europea e hanno costruito un sistema inavvicinabile e sono numeri uno al mondo e sarà difficile colmare questo gap".
Hai giocato con la Samp e Udinese, che ricordi hai?
"Esperienze uniche, la Sampdoria è stato il club migliore in cui mi sono trovato. Non avrei mai voluto lasciare la Sampdoria ma alla fine ho avuto problemi con l'ex presidente Ferrero. All'Udinese avevo un rapporto fantastico con Pozzo fin dal primo giorno e siamo arrivati in una situazione difficile e insieme a Marino abbiamo ricostruito l'anima dell'Udinese e siamo risaliti. Una famiglia fantastica".
Poi il Parma
"Siamo stati insieme un anno, mister Marchionni l'ho avuto a Parma e la vita poi vuole che te lo rincontri come allenatore. È una persona professionale, molto serio, avevamo un bellissimo rapporto".
Tudor e Conte
"Guarda, sergente di ferro è una persona grossa. Conte l'ho avuto 2 anni in nazionale. Tudor 7 mesi all'Udinese come subentrato ma non riesci veramente a vedere il loro metro di lavoro. Ma da quello che ho visto sono due persone che vogliono il massimo e vincere . Conte mi ha lasciato un'impronta importante a livello caratteriale. Conte arrivò a Coverciano e io arrivo mi metto seduto e lui viene da me e dice tutti i giocatori della squadra avversaria, giocavo in Belgio, e io dico "cavolo lui segue il mio campionato".
Qualche mese fa sembrava che vuolevi ritirarti. Cosa ti ha fatto cambiare idea?
"Non ho mai annunciato che volessi ritirarmi. Capiscimi che iniziare a 15 anni e arrivi a 33 anche la testa vuole stare con la famiglia. Poi sono tornato ad allenarmi e grazie a mio fratello, al direttore, al presidente ho detto vado a provare come va il ritiro e ho deciso di tornare a giocare perchè iniziavo a divertirmi e avevo anche un ruolo diverso stando con tanti giovani. Sta andando tutto bene e spero di aiutare il Ravenna".
Il tuo gol più bello?
"Ne ho fatti tanti di gol, tutti dicono quello con la Roma di tacco sotto la Sud, ma anche con il Watford di tacco contro l'Everton. Uno con la Samp contro il Torino, uno di rovesciata contro il Galatasaray. Magari il più bello arriverà con il Ravenna".
Lo stadio che ti fa più suggestione, che ti metteva in difficoltà?
"Quello che mi caricava di più era il Marassi. Quello dove ho avuto più difficoltà quello del Liverpool, del Manchester City, mentre San Siro dà adrenalina. Anche l'Allianz Arena è molto bello. Colgo l'occasione per ringraziare la curva e la tribuna del Ravenna perchè sentire, dopo 20 anni di carriera, che mi appaludono fa veramente piacere".