L'attuale giocatore del Dubai City ha ripercorso vari momenti della sua carriera, parlando del celebre gol nel derby contro il Milan del 2013, ma anche dei suoi primi passi in Italia, del Brighton prima di De Zerbi e di come il suo passaggio all'Inter stesse per saltare incredibilmente per via di una ragazza.
Ha scritto la storia del derby di Milano, seppur nel giro di pochi minuti
"Nel giro di pochi secondi più che altro. Dopo trenta secondi la mia vita è cambiata grazie a quella partita del 2013".
So che hai un tatuaggio dedicato a quel derby
"La colpa è anche dei tifosi dell'Inter, perché sono loro che mi fanno ricordare quei momenti a ogni derby e in ogni occasione utile. Sono loro i responsabili e per me è una soddisfazione enorme, un vero orgoglio. Sapere che un gol tutto sommato semplice, ma comunque importante, sia rimasto nella storia di questo club".
Ti fa piacere essere ricordato così?
"Sì certo. Nel mondo del calcio la riconoscenza è cosa rara e quando un giocatore riceve una risposta simile dai tifosi signfiica molto. Vuol dire che è stato fatto qualcosa di importante. Il calcio è la mia vita e ogni volta che torno a casa e parlo con la mia famiglia o i miei amici, dico sempre che fino a quando continuerò a giocare, ripenserò a quegli istanti, anche se adesso ho 36 anni. Anche oggi, mentre stavamo facendo allenamento, ci siamo messi a parlare un po' del derby e tutti i ragazzi, che sono molto più giovani di me, mi hanno chiesto 'cosa vuol dire giocare un derby' o ''cosa vuol dire entrare e fare un gol'. Ogni volta inizio a raccontare la mia storia, con molta umiltà. È una bella soddisfazione poter parlare di calcio e di quello che è stata la mia carriera".
Tu sei ancora in attività: come va questa esperienza negli Emirati Arabi Uniti?
"È stata una bella opportunità. Due mesi fa si è creata questa possibilità con il Dubai City, che mi ha proposto di stare con loro per due mesi. Sono andato là con la solita voglia. È stato bello perché quando sono arrivato la squadra era ultima in classifica, mentre oggi si ritrova ad appena tre punti dalla prima. Giochiamo nello stesso campionato dello United City, che è la squadra di Andrea Pirlo, anche se non lo abbiamo ancora incontrato. Ho fatto due gol e due assist, continuo a correre tanto, anche se mi sono dovuto abituare al clima. Fa veramente caldo rispetto all'Italia. Gli Emirati stanno crescendo tantissimo dal punto di vista calcistico".
Un anno prima del gol nel derby avevi esordito in Nazionale. Come vedi il gruppo attuale?
"Mi dispiace molto della situazione attuale, per me è una tristezza enorme, anche per il calcio italiano. Ai miei tempi, quindici anni fa, tutti volevano venire a giocare in Serie A. Il campionato italiano era una finestra molto importante a livello mondiale. Negli ultimi anni, invece, sono cambiate molte cose. Non so dire precisamente quale sia la causa, perché ad esempio si parla tanto di strutture, ma posso garantire che alcune di queste sono cambiate tantissimo nel corso degli anni. Quando ci giocavo, l'Atalanta disputava le proprie partite all'Atleti Azzurri, mentre adesso il loro stadio è tanta roba. Sono cambiate tantissime cose".
"Chiaramente dispiace, perché l'Italia non è andata agli ultimi due Mondiali. L'ultima volta è stata nel 2014 e due anni prima ero all'Europeo con Prandelli. Era difficilissimo giocare nel calcio italiano e lo era ancora di più arrivare a giocare per la Nazionale italiana. Oggi magari servirebbero più persone in grado di far capire che il calcio italiano è tra i migliori al mondo. Lavorare tantissimo e spendere un po' di più sui settori giovanili, che sono calati molto. E mi spiace, perché sono i giovani che possono dare quel qualcosa in più al calcio italiano in futuro".
Com'è stato il periodo al Cesena?
"Abbiamo vinto la Serie B e siamo saliti in Serie A. Uno dei momenti più belli della mia carriera è stato proprio all'inizio. Sono arrivato in Italia a 18 anni, in una squadra che era appena retrocessa dalla Serie B alla Serie C. All'epoca c'erano la C1 e la C2, che adesso non esistono più, ed era difficilissimo vincere quei campionati. Abbiamo ottenuto la promozione dalla Serie C alla Serie B. Nel campionato cadetto mi sono consacrato ed è stato proprio l'anno in cui ho conquistato la maglia della Nazionale U21 con Casiraghi. Avevo soltanto 19 anni e il mister mi chiese se volevo vestire la maglia azzurra, pur essendo nato in Argentina. Ovviamente gli ho detto di sì".
"Non entro nel merito del discorso sul sentirsi più italiano o più argentino, lascio che siano altre persone con meno cervello a parlarne. Il calcio è la mia vita e do tutto per ogni maglia che indosso: sangue, passione, voglia, cuore, tutto. Ho rispettato sempre sia il calcio italiano, sia la maglia dell'Italia. Il Cesena è stata la squadra che mi ha aperto le porte del calcio che conta e, nel giro tre anni, sono passato da giocare la C1 a fare la prima partita all'Olimpico contro la Roma. Quando sei bambino, giochi alla playstation vedi i nomi di tutti quei grandi campioni. Stavo vivendo un vero sogno ad occhi aperti. Anche per questo il Cesena sarà sempre nel mio cuore".
Qual è stata la tua miglior esperienza in Italia?
"Sono stato bene in tutte le squadre in cui ho giocato. Il gol nel derby con la maglia dell'Inter è stata la ciliegina sulla torta, ma ho dei ricordi bellissimi anche a Parma, quando ci siamo qualificati in Europa League. Poi, purtroppo, per via della situazione societaria le cose sono andate diversamente, ma ho comunque avuto la possibilità di giocare con grandi campioni come Amauri e Cassano, tra gli altri. O quando sono andato all'Atalanta e partivamo con la penalità: abbiamo fatto due stagioni straordinarie. Al Cesena abbiamo vinto tantissimo. O ancora quando sono andato al Catania e ho trovato diciotto argentini, con Simeone in panchina. Con quella maglia ho trovato il mio primo gol in Serie A contro la Lazio. Ho vissuto bellissimi momenti nel calcio italiano".
A proposito di Premier, cos'era il Brighton pre De Zerbi?
"Mi sarebbe piaciuto essere allenato da lui. Il mio allenatore era Potter, che poi è andato al Chelsea. Sono stati quattro anni belli, ma anche difficili. Per me la Premier League è il top del top. Arrivare in Premier è un qualcosa di straordinario per un calciatore. Sono arrivato al Brighton quando era appena stato promosso dalla Championship e ho trovato delle bellissime persone, oltre a strutture straordinarie e giocatori di alto livello. Magari non era il Brighton che oggi conoscete tutti, ma era una squadra costruita con sforzi e sacrifici".
"E dopodiché sono arrivati giocatori importanti: al mio ultimo anno, ad esempio, era stato acquistato Mac Allister, che poi è passato al Liverpool ed è stato campione del mondo. C'erano giocatori come Caicedo, che dopo è andato al Chelsea per 120 milioni. Il Brighton investe tanto sul settore giovanile, è un lavoro che parte da lontano. All'inizio magari uno guarda solo la classifica, ma con il tempo si è consolidata come una realtà importante, in grado di vendere giocatori a cifre importantissime e di qualificarsi anche in Europa League".
Ti riporto in Argentina
"In famiglia sono tutti tifosi del Velez. Non so se siete mai stati in Sudamerica o in Argentina per vedere una partita, ma è un qualcosa di unico. Secondo me arrivi addirittura a goderti di più l'atmosfera sugli spalti che la partita stessa".
Torno sul derby di Milano. In un'intervista hai dichiarato: "Rischiai di non arrivare per colpa di una ragazza"
"Sì, è vero. Ero all'Atalanta, nel momento migliore della mia carriera, e ho avuto dei problemi al di fuori del campo. Era una situazione complicata, mi ero separato da qualche mese, e volevo concentrarmi soltanto sul calcio e sul mio futuro calcistico, magari in una squadra importante. Si erano avvicinate l'Inter, l'Everton e altre squadre importanti a livello europeo. E questa ragazza ha fatto un po' un casino, ma alla fine ho potuto risolvere tutto e sono andato all'Inter. E lì, ho conosciuto quella che è la mia attuale moglie".
Che derby sarà domenica?
"Mi auguro che vinca l'Inter, ovviamente. Da tifoso, sono molto attaccato a Lautaro Martinez e mi piace quando segna. È un attaccante straordinario. Sono sicuro che molte squadre lo invidino all'Inter, per il suo carattere e la sua voglia di vincere sempre. Spero che possa risolverla lui".

