Bettarini svela i "no" di Milan e Juve: "Ero troppo bello e non mi volevano"

Stefano Bettarini, ex difensore e celebrità, riflette sulla sua carriera e l'immagine di "donnaiolo", lamentando l'occasione mancata di giocare per grandi squadre a causa della sua bellezza. Condivide esperienze personali e osservazioni sul calcio odierno, rivelando paure personali e sfide oltre il campo
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Stefano Bettarini è un nome che, nel mondo del calcio, non passa inosservato. L’ex difensore, noto anche per le sue incursioni nel mondo dello spettacolo, ha deciso di aprirsi in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Tra racconti di carriera e aneddoti personali, Bettarini si sofferma su quello che molti ritengono essere stato un ostacolo: la sua bellezza.

Il mito del "donnaiolo" e la bellezza che ingombra

Bettarini esordisce toccando un tema che da sempre lo accompagna: l'etichetta di "donnaiolo". Io donnaiolo? Mi fa incazzare e ridere: mai preso una multa. Galliani e Moggi non mi presero per la bellezza, ha dichiarato, mettendo subito in chiaro come, sebbene la sua avvenenza sia stata un marchio di fabbrica, lui abbia sempre cercato di separare la vita privata dalle sue prestazioni sportive.

Il sogno mai realizzato di giocare in una grande squadra

Pur avendo avuto una carriera di tutto rispetto, Bettarini non nasconde il rammarico di non aver mai giocato per una grande squadra. Siamo onesti: ho fatto la giusta carriera. Mi è mancato giocare in una grande squadra. L’avrei meritato, ma al mio agente dicevano sempre la stessa cosa…, racconta, facendo emergere una certa amara consapevolezza di non aver potuto esprimere il massimo del suo potenziale.

Precluso da Milan e Juve: il perché lascia stupiti

Forse il retroscena più interessante di questa intervista è il racconto di come Galliani e Moggi, simboli indiscussi di Milan e Juventus, abbiano scartato la possibilità di acquistarlo. Bettarini è troppo bello per fare il calciatore, ricorda che dissero, aprendo la porta a riflessioni su come il mondo del calcio valutasse l'immagine più del talento in quei tempi.

Un mondo di calciatori diverso da oggi

Alla luce delle sue esperienze, Bettarini osserva l’evoluzione del mondo calcistico, dove ora i giocatori sono protagonisti di attività che vanno oltre il campo. Una volta partecipai a una sfilata alla fashion week e me ne dissero di tutti i colori. Anche la società si incazzò. Oggi i giocatori incidono dischi, lanciano brand, fanno di tutto, sottolineando come le nuove generazioni abbiano molta più libertà di espressione rispetto a quella che ha vissuto lui.

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