La recente disputa legale tra Cole Palmer, giovane stella del Chelsea, e l'elegante vigneto francese Chateau Palmer ha infiammato il mondo del gossip calcistico. Il giocatore, noto anche per la sua iconica esultanza, aveva intenzione di brandizzare una linea di prodotti che includeva vini e altri alcolici, ma si è dovuto scontrare con i problemi derivanti dalla possibile confusione tra il suo soprannome e il prestigioso nome del vigneto di Bordeaux.
Lo scontro
Chateau Palmer, fondato nel 1814 dall'ufficiale dell'esercito britannico Charles Palmer, è un nome rinomato nel panorama vinicolo mondiale. Classificato come Cru Classé Margaux, questo produttore di vini pregiati non poteva certamente restare a guardare mentre il giovane talento del Chelsea tentava di introdurre una linea di vini sotto l'etichetta "Cold Palmer". Una mossa che, se non altro, avrebbe fatto storcere il naso agli intenditori.
Battaglia legale in bottiglia
La *Royal wine merchant* Berry Bros & Rudd ha sottolineato l'importanza storica e la qualità dei vini prodotti da Chateau Palmer, con alcune annate che raggiungono prezzi da capogiro, come il 1970 che tocca la cifra di 750 sterline a bottiglia. Davanti a questi giganti del mondo vinicolo, Cole Palmer ha scelto di abbandonare l’idea di vendere alcolici sotto il suo marchio. Nonostante il fallimento del suo tentativo di branding nel settore del vino, l'attaccante inglese non sembra scoraggiarsi. Secondo i documenti dell'Intellectual Property Office, il calciatore britannico intende infatti ancora utilizzare il soprannome "Cold Palmer" per una linea di abbigliamento e altri prodotti.