Durante l'assemblea generale dell'ECA che si è svolta a Roma, Zlatan Ibrahimovic ha condiviso la sua visione su quali allenatori abbiano lasciato un'impronta indelebile nel mondo del calcio. Non solo ha elogiato alcuni dei tecnici più iconici con cui ha lavorato, ma anche esplorato quale nazione potrebbe trionfare nel prossimo Mondiale. L'ex campione ha persino menzionato nomi di coach che avrebbe voluto avere come mentori nel corso della sua carriera.
Ibrahimovic: i 4 allenatori che hanno fatto la storia
Lo svedese non ha esitato a sottolineare l'enorme influenza di alcuni allenatori nel panorama calcistico moderno. “Ho avuto Capello, Mourinho, Guardiola, Ancelotti: questi quattro sono il calcio e lo hanno cambiato”, ha dichiarato senza mezzi termini. Secondo Ibra, questi quattro giganti della panchina hanno rivoluzionato l'arte del calcio, ciascuno a modo suo, modellando non soltanto le tattiche ma anche la mentalità dei giocatori.
Il sogno
Sebbene Ibrahimovic non si sia mai pentito delle sue scelte in carriera, ha ammesso un piccolo desiderio inespresso: “Mi sarebbe piaciuto essere allenato da Klopp e Ferguson”. Due nomi, quelli del tedesco e dello scozzese, che rappresentano il massimo dell'eccellenza su due fronti molto diversi. La grinta di Klopp e la classe di Ferguson sarebbero stati, secondo lo svedese, il complemento ideale a una carriera già di per sé stellare.
Ancelotti e il Mondiale
Zlatan ha espresso il suo supporto per Carlo Ancelotti: "Ha il tocco magico, chissà che non possa trasformare in oro anche il prossimo Mondiale del Brasile. Può vincerlo, tifo per lui”. Un auspicio che ricollega immediatamente l'ex attaccante alla scuola calcistica brasiliana, nota per il suo stile elegante e il suo ineguagliabile talento.
Calendari affollati e VAR
In qualità di consulente del Milan, Ibrahimovic ha discusso anche riguardo i super affollati calendari calcistici: “Al calciatore interessa giocare il più alto numero possibile di partite, ma serve anche più tutela tramite un calendario che sia sostenibile”. E sul VAR: “Sono favorevole, ma va usato bene”. Un punto di vista che invita a non trascurare la salute e la prestazione degli atleti, promuovendo un utilizzo più efficiente della tecnologia nel calcio.