Italia-Israele, Gattuso: "Loro si giocano il tutto per tutto. Playoff? Prima arriviamoci".

Il commissario tecnico azzurro Rino Gattuso è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia di Italia-Israele, sesto turno del gruppo I di qualificazione ai Mondiali 2026
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A poco più di 24 ore dalla sfida dell'Italia contro Israele, sesta giornata del gruppo I di qualificazione al Mondiale 2026, il commissario tecnico degli Azzurri Rino Gattuso ha parlato in conferenza stampa. Il ct ha fatto il punto su infortunati e rendimento della squadra, parlando anche di altri temi importanti. 

Le parole di Gattuso pre Italia-Israele

Il tecnico ha iniziato commentando gli ultimi sviluppi della guerra in Medio Oriente: "Siamo felici della situazione generale e della guerra che è finita, è una roba bellissima vedere tanta gente che può tornare a casa. Ci sarà la partita, con 10-11mila tifosi allo stadio, ci saranno anche persone che contesteranno e che rispettiamo, ma anche altre persone dentro a tifare per noi". Poi, sulla necessità di impegnarsi sempre al massimo: "Io mi allenavo al 100% perché ero il più scarso a livello qualitativo, la mia unica strada era quella. Giocavo con tanta intensità, se ci ripenso forse avrei dovuto allenarmi di meno e risposarmi di più. Io ho la mia idea di calcio, e sappiamo che dobbiamo fare determinate cose. È giusto che i giocatori si riposino, ma quando si lavora bisogna allenarsi come se fossimo in partita. Abbiamo tanti strumenti per valutare quello che vogliamo fare, diamo una grande importanza nei numeri, nei quali credo fortemente".

 

Un commento sulle recenti parole di Spalletti, che lo ha definito un allenatore di qualità e si è detto sicuro dei risultati: "Ringrazio Luciano prima di tutto, non ti nego che parlando con la Federazione ho pensato di chiamarlo, per sentirlo. Però quando senti parlare Luciano, capisci che è un uomo vero. Per come la penso io, di sicuro c’è solo la morte, tutto va conquistato. Io quando sono arrivato sapevo al 100% quello che volevo fare. Non so cosa intendesse con leggerezza, ma riuscire a lavorare con la voglia e il senso di appartenenza è il mio obiettivo. Bisogna parlare quando si deve parlare, li lasciamo liberi, si parla di calcio quando si deve parlarne. Anche a me dava fastidio quando si parlava troppo, stiamo facendo questo. I meriti sono dei giocatori, basta guardare Bastoni. Poteva andare via subito, invece è rimasto con la squadra, così come Moise Kean. Ha preferito mangiare con la squadra e poi partire".

 

Sulla squadra e su Israele: "Avevo solo un dubbio, il fatto di riuscire a sopportare due attaccanti. Devo dire che non sono contento solo per i gol, ma anche per il lavoro che stanno facendo. Fanno tanto volume, scalano difensivamente in fase di non possesso... Con la grinta non si sistema nulla, bisogna anche migliorare sotto l’aspetto tattico. Se andiamo ad analizzare la partita con Israele non ci sono errori tattici, ma di concetto. Troppi canali aperti, abbiamo pressato in modo sbagliato. Loro verranno qua a giocarsi il tutto per tutto, saranno offensivi". 

 

Sullo spettro dei playoff e sull'ipotetica formazione: "Dobbiamo prima arrivarci. Pensiamo prima alla partita di domani. Non abbiamo ancora preparato nulla. Formazione? Vedremo domani, faremo sicuramente qualcosa di diverso rispetto all’Estonia. Bisogna fare attenzione, loro hanno qualità sugli attaccanti esterni, che saltano l’uomo. Pio Esposito ha numeri incredibili, merita tutto". Infine due parole su Zaniolo: "Porte aperte per tutti, e lo sto dimostrando. Vi posso assicurare che viaggiamo molto. Chi fa vedere qualcosa e riesce a dimostrare il suo valore può essere convocato. Zaniolo è un giocatore importante, si è ripreso e penso che sia arrivato nel posto giusto".

Giulio Piras
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