Italia, prende piede un'ipotesi in vista dei playoff: "È di interesse comune"

La Nazionale dovrà farsi trovare pronta per degli impegni che si preannunciano di fondamentale importanza
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All’indomani del pesante ko di San Siro contro la Norvegia, che ha ufficialmente condannato l’Italia ai playoff di marzo, il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi prova a riaccendere la speranza. Ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, il ministro ha affrontato con franchezza il momento difficile della Nazionale e ha confermato la possibilità di uno stage azzurro a febbraio, considerato uno snodo cruciale nella corsa al Mondiale.

L'idea in vista dei playoff

La serata di San Siro ha lasciato scorie profonde, e Abodi non lo nasconde: “Prima delle partite dell’Italia in casa, la Federazione manda in onda la canzone ‘Un amore così grande’. Di fronte a un amore così grande è chiaro che ci si senta traditi. Ma bisogna coltivare la speranza che possa riaccendersi qualcosa in campo e sono convinto che possiamo farcela”. Parole che suonano come una chiamata alla responsabilità e al tempo stesso come un invito all’unità, in un momento in cui la Nazionale ha un disperato bisogno di ritrovarsi.

 

Tra le ipotesi sul tavolo per preparare al meglio la fondamentale finestra di marzo c’è lo stage di febbraio, iniziativa che in passato ha generato discussioni fra club e Federazione ma che oggi appare più che mai necessaria. Abodi si dice fiducioso: “Penso proprio di sì, è interesse comune che gli azzurri vadano ai Mondiali. Sono convinto che si troverà un’intesa: a febbraio ci sarà questo stage”. Non manca una stoccata al sistema calcio italiano, spesso in conflitto interno: “Gli altri lo fanno con un approccio diverso, noi invece abbiamo questa capacità di metterci i bastoni tra le ruote da soli”.

Il problema dell'Italia
Italia, ci sono tanti problemi da risolvere

Il problema dell'Italia

Il ministro affronta poi il tema più spinoso: perché l’Italia fatica nel calcio mentre tante altre discipline sportive eccellono a livello internazionale? La risposta, per Abodi, è chiara: “Tutte le altre discipline dimostrano che abbiamo talento, ed è strano che nel calcio facciamo fatica a emergere. Viene dato poco spazio ai giovani italiani. Evidentemente dobbiamo fare un esame di coscienza”.

 

Un’autocritica che coinvolge l’intero movimento calcistico, accusato di aver sacrificato la creatività in nome dell’efficienza. “Negli ultimi vent’anni il calcio ha sacrificato il talento. C’è più attenzione alla funzionalità del gioco che al talento. Ieri abbiamo visto due ventenni norvegesi, Nusa e Bobb: hanno un rapporto col pallone che noi fatichiamo a sviluppare. Forse anche il modello tecnico va rivisto”.

 

Il cammino verso il Mondiale passa ora attraverso consapevolezza, rinnovamento e soprattutto decisioni rapide. Lo stage di febbraio, se confermato, rappresenterà un primo passo concreto. L’Italia è chiamata a reagire: il tempo per invertire la rotta è poco, ma la speranza - come ricorda Abodi - non è ancora svanita.

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Tags :Italia

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