Domenica sportiva è stata colorata da un intervento appassionato di Adriano Panatta, che non le ha mandate a dire nel difendere il lavoro svolto da Rino Gattuso. Un cameo che ha messo in luce l'ardore e l’umanità che caratterizzano l'ex giocatore e ora tecnico. Un appello, il suo, a smorzare criticità e polemiche, soprattutto quando si parla di giovani talenti in Nazionale.
Il grido di Panatta in difesa di Gattuso
"Io vedo troppe critiche, troppe polemiche", ha esordito Panatta, con quella schiettezza che lo contraddistingue. "Rino è un sanguigno e un personaggio che in campo dava anche quello che non aveva." Un’ode a un tecnico che sta cercando di infondere ai suoi ragazzi lo spirito che lo contraddistingueva in carriera.
I paragoni scomodi
Panatta ha sottolineato come spesso gli atleti attuali vengano messi alle corde da confronti con leggende del passato: "A questi giovani bisogna solo dirgli bravi perché gli fanno i paragoni con i vari Pirlo, Totti, Baggio e tutti questi campioni e questa cosa non è giusta!" Un chiaro monito a lasciare che le giovani leve crescano senza pesi inopportuni sulle spalle.
Lasciar crescere le nuove generazioni
L’invito chiaro di Panatta è a dare tempo e fiducia ai nuovi azzurri: "Non è che la Nazionale può avere solo eccellenze in ogni periodo della storia. Lasciamo crescere queste giovani leve. Cerchiamo di essere più teneri con loro." Un messaggio che suona come una chiamata alla pazienza e al supporto.
Errori? Capitano anche ai migliori
Concludendo il suo intervento, Panatta ha voluto manifestare solidarietà nei confronti dei giocatori, ricordando che gli errori sono parte del gioco: "A me dopo la partita mi hanno fatto tenerezza tutti, a partire da Donnarumma: gli errori capitano, ragazzi. Come capita anche di sbagliare un rigore." Parole che riecheggiano della comprensione di chi ha calcato tanti campi da Nord a Sud, sapendo bene quanto la pressione possa essere schiacciante.