Lunedì 24 giugno alle 21, a Lipsia, l'Italia sarà impegnata nella sfida contro la Croazia, terza e ultima gara della fase a gironi, decisiva nell'ottica della qualificazione agli ottavi di finale. Fondamentale, in tal senso, archiviare la debacle (almeno sul piano del gioco, al netto dell'1-0 finale) contro la Spagna. Una disfatta senza storia, come sottolineato da Ivan Zazzaroni, che, nel suo editoriale sul Corriere dello Sport, ha messo in luce i limiti degli azzurri.
Zazzaroni: "Italia fragile, limiti indiscutibili"
"Nella storia dell'Italia, ci sono Nazionali che abbiamo amato tantissimo - ha chiosato il direttore del Corriere dello Sport - quella del 1982 più delle altre. All'azzurra di Luciano possiamo giusto voler bene, anzi, dobbiamo farlo. Ha dei limiti indiscutibili, è fragile, il brutto anatroccolo della favola dei quattro mondiali vinti. La colpa, in fondo, è soprattutto nostra: di chi l'ha descritta piena di cigni che, in realtà, cigni non sono".
"Bastoni e Calafiori raramente trovano la posizione"
"Anche se dovesse passare il turno, o addirittura andare oltre, resterebbe una Nazionale di A2, i cui unici valori elevati sono Donnarumma e Barella" ha proseguito Zazzaroni. "Voler bene a questa squadra significa trasmettere ottimismo e fiducia prima di ogni evento [...]. Considerare Bastoni e Calafiori dei grandi difensori: hanno piede e sono belli da vedere, ma sull'uomo vanno sempre in difficoltà e in mezzo all'area corrono, raramente trovano la posizione. Quando nei 16 metri sei portato a correre per difendere, rischi e spesso sbagli. Voler male a questa squadra significa sovraccaricare di responsabilità l'allenatore, che, potendo lavorare poco, non può incidere come vorrebbe e potrebbe".
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