Quando il Principe Redondo si sospese lo stipendio

calcio03/08/2019 • 11:02
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Fernando Redondo è uno dei più grandi rimpianti della recente storia del Milan. La classe, l’eleganza e i colpi mostrati dal centrocampista argentino con la maglia del Real Madrid e della Nazionale facevano sognare i tifosi rossoneri alla notizia del suo approdo a Milano. Era l’estate del 2000, e a 31 anni uno dei registi più quotati d’Europa si vestiva di rossonero per 35 miliardi di lire. L’entusiasmo però, si trasformò subito in sgomento quando l’argentino si ruppe improvvisamente il crociato a pochi giorni dal suo arrivo a Milanello. Un infortunio che al tempo diede luogo a voci e supposizioni. Il giocatore era già “rotto” prima dell’accordo?

Lo stesso Redondo, qualche tempo fa, ha spiegato come andarono le cose: “Prima di trasferirmi a Milano avevo fatto il precampionato con il Real Madrid. Ma al Milan era tutto diverso: allenamenti duri, con molti carichi e molto lavoro di forza. Non dissi nulla, anche un po’ per orgoglio. Ma ero morto muscolarmente. Avrei dovuto fare un adattamento progressivo ma l’ho capito solo dopo. E facendo una giocata mi ruppi il legamento crociato. La prima operazione non è andata bene, sono stato operato da un medico italiano che era intervenuto con altri giocatori del Milan, ma non era uno specialista del ginocchio. Il problema non fu tanto nell’operazione ma che nel recupero il ginocchio si gonfiava e mi faceva male. I medici dicevano che dovevo superare la barriera del dolore. Diventava sempre più difficile, alla fine il ginocchio si è infiammato e la situazione stava peggiorando.”

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Un calvario senza fine, e Redondo si sospese lo stipendio

Da quel momento l’argentino rimane fuori per due anni. Si sottopone a terapie estreme e fa di tutto per riuscire a rientrare. Ed è a quel punto che il Principe si dimostra tale anche fuori dal rettangolo verde: “Gli chiesi di non pagarmi lo stipendio fino a che sarei tornato giocare. Avevo bisogno di lasciare Milanello perché tutti mi chiedevano quando sarei tornato e io non sapevo cosa dire. Se tutto questo fosse successo a Madrid, sarebbe stato diverso, perché aveva già dato tanto per il club. Ma a Milano non ero stato in grado di giocare nemmeno un minuto. Era una situazione terribile

A 30 anni, con la carriera a rischio, Redondo rinuncia a un lauto stipendio perché non può dimostrare quanto vale ai suoi nuovi tifosi. Non è difficile capire perché quando nella stagione 2002-03 giocherà i primi minuti con la maglia rossonera, San Siro sarà ai suoi piedi. In tutto le presenze con il Milan saranno appena 33, ma il rimpianto per non aver potuto vedere il suo tango in campo, è in parte mitigato dalla sua encomiabile condotta. Qualcosa che oggi sembra davvero impossibile da rivedere.

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