Brianza, razzismo alla partita dei Pulcini da parte di una mamma

calcio05/11/2019 • 21:20
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Grave episodio di razzismo, in Brianza, alla partita dei Pulcini tra Aurora Desio e Sovicese. Una mamma chiama un bambino di dieci anni della squadra avversaria “Negro di m***a”. Si discute molto in questi giorni di razzismo allo stadio, molte parole ma purtroppo pochi, pochissimi, fatti. Domenica allo Stadio Bentegodi, nella sfida tra Brescia e Hellas Verona, Mario Balotelli interrompe l’azione di gioco di cui è protagonista e calcia violentemente il pallone verso gli spalti minacciando di lasciare il campo. Dalla curva del Verona si sentono chiaramente versi scimmieschi e ululati. Il capo ultrà aggiungerà successivamente che: “Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza italiana ma non potrà mai essere del tutto italiano”. Super Mario riceve la solidarietà di migliaia di persone, ma non di tutti. 

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RAZZISMO ALLA PARTITA DEI PULCINI

Il tema del razzismo non si limita però solo all’episodio di domenica. Dall’inizio della stagione a oggi ci sono stati ben undici casi di discriminazione nel campionato italiano, prendendo in considerazione solo quelli registrati ufficialmente. Gli episodi di razzismo non riguardano inoltre solo la Serie A, gli stadi sono infatti solo un amplificatore di un problema che attanaglia tutto il calcio italiano. Coinvolge serie minori, campi di periferia e addirittura le partite dei bambini. 

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Accade in Brianza, alla partita di calcio tra Aurora Desio e Sovicese del campionato Pulcini. Una mamma, colei che dovrebbe educare e dare il buon esempio ai propri figli, chiama un bambino di dieci anni della squadra avversaria “Negro di m***a”. A denunciarlo la società dell’Aurora Desio, club del bambino discriminato, attraverso una lettera aperta, pubblicata su Facebook e indirizzata alle istituzioni. Molte squadre dopo il brutto episodio hanno deciso che, nella prossima gara, i loro bambini giocheranno con il volto dipinto di nero per solidarietà nei confronti del piccolo dell’Aurora Desio. L’assessore regionale allo Sport, Martina Cambiaghi, non esclude la possibilità del Daspo per la donna. Il capo ultrà del Verona ha ricevuto invece un’interdizione dal club fino al 30 giugno 2030. Due azioni concrete contro le discriminazioni, due pallonate al razzismo, perché un altro calcio è possibile. 

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