I ricordi nerazzurri di Robbie Keane: “Ecco chi era il peggior compagno di stanza”

calcio italiano10/03/2023 • 16:56
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Nell’estate del 2000 l’Inter versò la bellezza di 31 miliardi di lire nelle casse del Coventry City per portare a Milano un giovane attaccante irlandese, Robbie Keane. Carismatico, grintoso e grande finalizzatore, l’allora ventenne Keane faticò e non poco ad imporsi in nerazzurro, tanto che la sua avventura terminò appena sei mesi dopo, quando fece ritorno in Inghilterra, stavolta al Leeds, prima in prestito e poi a titolo definitivo. Al podcast We Are Liverpool, l’ex attaccante è ritornato su quel breve ma intenso periodo meneghino.

I sei mesi all’Inter di Robbie Keane

6 mesi, 14 presenze e la miseria di 3 reti. Questo il periodo all’Inter di un giovanissimo Robbie Keane, che forse in Italia è arrivato ancora troppo acerbo, come lui stesso ha ammesso candidamente: “Guardando indietro, ero decisamente troppo giovane per andare lì in quella fase, ma a volte le cose ti sfuggono di mano, ma alcuni dei giocatori che avevamo… Ronaldo è rimasto infortunato per tutto il tempo perché aveva gravi problemi al ginocchio. Christian Vieri, Hakan Sukur, Alvaro Recoba, Ivan Zamorano… erano i migliori, i migliori giocatori“, ha spiegato l’irlandese.

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Compagni di stanza molesti

Sicuramente non me ne pento – ha continuato Robbie Keane riferendosi al suo breve periodo interista – so di essere stato lì solo per poco tempo, ma ho imparato tanto sulla cultura e sui diversi modi di vivere la vita, come il modo in cui mangiano e cose del genere“. Poi un aneddoto: “Rimanevamo al campo di allenamento se giocavamo la sera. Avevano delle stanze nel campo di allenamento. All’epoca il mio compagno di stanza era Clarence Seedorf, che era probabilmente uno dei peggiori compagni di stanza che si possa avere. Non dorme e gli piace guardare i film d’animazione: i letti erano un po’ stretti tra loro con un piccolo spazio e una sedia nel mezzo“.

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Mettevamo su questo laptop e guardavamo il Re Leone o qualsiasi altra cosa fino all’una o alle due del mattino“, ha proseguito l’irlandese. “Mi piace sempre andare a letto verso mezzanotte. Ma siccome la partita si giocava solo la sera dopo, lui riusciva a dormire due o tre ore durante il giorno senza problemi, ma io no, ero sempre troppo iperattivo. Così ero sempre completamente sveglio, e lui russava a alla grande“.

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Tags :Inter

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