La mamma di Rabiot vuota il sacco: tutte le verità nascoste!

Véronique Rabiot, madre e manager di Adrien Rabiot, si distingue nel calcio per la sua determinazione e assertività. Critica il sistema calcistico, scontrandosi con club come il PSG e il Manchester United per difendere i diritti e i principi del figlio, incurante delle reazioni del mondo sportivo
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A. Rabiot
#12MilanCentrocampista
Serie A
Stagione 2025/2026

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Nel panorama del calcio, ci sono poche figure più singolari di Véronique Rabiot, meglio nota come la mamma di Adrien Rabiot. Questa signora ha un modo tutto suo di entrare nel rettangolo verde, anche se in maniera indiretta. Non a caso, il quotidiano sportivo francese L'Équipe l'ha definita un "UFO nel mondo del calcio". È chiaro: quando Véronique parla, gli echi delle sue parole rimbombano e non passano inosservati.

Nel vivo della polemica

Durante una recente intervista rilasciata a L'Equipe, Véronique non ha esitato a lanciare frecciate ben mirate contro il sistema calcistico. Facendo riferimento agli anni di Adrien al Paris Saint-Germain, ha dichiarato: "Non dovrebbe esistere il ricatto o l’abuso di potere per costringere i giocatori a prolungare i loro contratti". Un’affermazione che suona come un campanello d'allarme per molti club abituati a determinate pratiche.

Una battaglia personale

Il contratto risolto nel 2019 con il PSG è una delle vicende che più ha fatto discutere: Véronique racconta che Adrien non voleva restare e, non essendo riusciti a raggiungere un accordo, ha preferito rescindere. Trasferitosi poi alla Juventus, la storia non cambia molto. Secondo Véronique, sono state le circostanze a decidere il destino del figlio: "Non è colpa mia se non l'hanno venduto quando ne avevano la possibilità", ha ribadito con sicurezza.

Il mancato passaggio al Manchester

Un altro episodio emblematico riguarda il mancato trasferimento di Rabiot al Manchester United nel 2022. La Juventus si era qualificata per la Champions League, ma il Manchester no. Véronique racconta che, durante le trattative, le fu proposta una clausola sulla riduzione dello stipendio in caso di mancata qualificazione alla Champions l'anno successivo. "Lo trovai davvero esagerato e molto irrispettoso. Dissi: ok stop", ha raccontato. Quella decisione sorprese il club inglese, ma per Véronique era una questione di principi.

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