Lo Strasburgo ha suscitato molto interesse con la recente decisione di sospendere il loro principale attaccante, Emmanuel Emegha, per motivi disciplinari. Una mossa che ha lasciato molti tifosi perplessi, innanzitutto perché avviene a ridosso di un'importante gara di Ligue 1 contro il Tolosa, ma anche e soprattutto per la motivazione. La controversia nasce infatti da alcune dichiarazioni sicuramente poco accorte del giocatore, che hanno portato la dirigenza a prendere i provvedimenti, ma che sembrano totalmente ingenue.
La sospensione di Emegha: era necessario?
Il Racing Club de Strasbourg ha deciso di agire con fermezza sospendendo Emmanuel Emegha per la partita del 6 dicembre. Il comunicato ufficiale del club ha espresso chiaramente la decisione, sottolineando che la sospensione è dovuta a una "mancanza di rispetto delle regole e dei principi" del club. Emegha, 22 anni, di proprietà del Chelsea ma in prestito al club francese, ha commesso l'errore di fare dichiarazioni che sono apparse disattente e poco rispettose nei confronti del club. In particolare, avrebbe ammesso di aver pensato, inizialmente, che lo Strasburgo fosse una squadra tedesca.
La reazione di Emegha
Di fronte alla sospensione, Emmanuel Emegha ha scelto di assumersi le proprie responsabilità, accettando il provvedimento senza polemiche. Ha dichiarato pubblicamente: "Capisco e accetto la decisione del club. Ho 22 anni, posso sbagliare e so di avere ancora tanto da imparare. Prenderò questa situazione come una lezione, per crescere dentro e fuori dal campo". Con queste parole, il centravanti ha dimostrato una maturità che sarà sicuramente apprezzata dai suoi colleghi, dai tifosi, e, si spera, anche dal club.
Nonostante la sospensione, Emegha ha assicurato il suo supporto alla squadra per la sfida contro il Tolosa, affermando che sosterrà i suoi compagni "come un tifoso al 200%". Una dimostrazione di unità e spirito di gruppo che mostra quanto il giocatore tenga al suo team, anche in momenti difficili.
La scelta dello Strasburgo è sembrata ad alcuni piuttosto drastica, con una sospensione definita esagerata. Il club si è comunque sentito mancare di rispetto: possibile che l'attaccante non sapesse che la squadra in cui sarebbe andato a giocare si trova in Francia? A sua parziale discolpa comunque, c'è da dire che la città, sede con Bruxelles del parlamento Europeo, dista appena 1,2 km dal confine con la Germania. Un errore dunque che ci può stare... Forse.


