Luis Suarez è uno degli attaccanti più mortiferi del ventunesimo secolo, e la dimostrazione di questo sono il gran numero di gol messi a segno nella sua lunga carriera: dalll'Ajax al Liverpool, dal Barcellona all'Atletico Madrid, fino al gremio e all'Inter Miami, sua attuale squadra, il Pistolero non ha mai smesso di gonfiare la rete e far esultare i propri tifosi.
Ma oltre alle reti, un'altra cosa per cui l'uruguaiano verrà ricordato sono alcuni atteggiamenti tenuti dentro il rettangolo verde: tutti, soprattutto gli italiani, hanno ancora nella mente il famoso morso rifilato a Chiellini al Mondiale, così come tanti non dimenticheranno facilmente il recente sputo contro un memebro dello staff della franchigia di Seattle, gesto che gli è costato ben 9 giornate di squalifica. E proprio commentando la lunga assenza del centravanti, Giuseppe "Pepito" Rossi ha usato davvero pochi giri di parole per esprimere tutta la sua poca ammirazione per l'ex collega.
Il pensiero di Rossi su Suarez
Parlando a Boyle Sports, Rossi, che oggi vive negli Stati Uniti e gestisce una scuola calcio nel New Jersey, ha sparato letteralmente a zero: "Luis Suarez è stato stupido. Quel ragazzo è un grande attaccante, uno dei migliori finalizzatori del nostro sport degli ultimi 20 anni. Adoro guardarlo giocare, ma ha dei comportamenti che sono una schifezza. Non mi interessa chi sei. Non mi interessa cosa hai fatto in passato. In campo, non mi interessano queste cose. Con questo genere di azioni, quando si tratta di sputare addosso alla gente, potremmo andare a ricordare certe cose che ha fatto in passato. Si perde molto rispetto. Perde molto rispetto nel mondo del calcio e dello sport. Quindi deve capire che queste cose possono succedere, ma non credo che imparerebbe mai da questo, solo perché è una cosa che va avanti da molto tempo".
L'ex attaccante tra le altre di Man United, Fiorentina e Parma ha poi concluso: "Quindi fuori dal campo nessun rispetto. In campo, grande ammirazione per le cose che è riuscito a realizzare. Ma per me, sei bravo quanto lo sei come uomo, niente di più. Quindi diciamo che non comprerei un biglietto per andare a vedere una partita se lui venisse a giocare qui a New York. Sono fatto così quando si tratta di atleti e di chi sono come esseri umani, perché questa è la cosa più importante".
