Alfie Whiteman, un nome che forse non tutti conoscono, ma che sta riscrivendo la sua storia professionale in una maniera del tutto inaspettata. Dopo una carriera da portiere che lo ha visto calcare campi prestigiosi come quello del Tottenham e vestire la maglia della nazionale inglese giovanile, Whiteman ha deciso di affacciarsi su nuovi orizzonti: la fotografia e il cinema. Un cambio drastico di cui pochi avrebbero avuto il coraggio.
Un predestinato mancato
Cresciuto calcisticamente tra le fila del Tottenham, Alfie Whiteman sembrava avere tutte le carte in regola per una carriera brillante. "Ho firmato per gli Spurs quando avevo 10 anni" racconta Whiteman al The Athletic, mentre ripercorre i suoi primi passi nel mondo del calcio professionistico. Ha fatto il suo esordio in Europa League, un sogno diventato realtà per molti giovani talenti. Eppure, qualcosa non quadrava per lui.
Un vuoto interiore da colmare
Nonostante i successi iniziali, Whiteman sentiva che qualcosa mancava. "Quando avevo 17 o 18 anni... Sentivo dentro di me questa sensazione: 'È tutto qui?’" ricorda. Questo senso di monotonia, di una vita troppo scandita, lo ha spinto a cercare altro. Il suo quotidiano, fatto di allenamenti, ritiri e partite, non bastava più a renderlo felice.
La rinascita attraverso l'arte
Oggi, Alfie Whiteman ha trovato la sua nuova dimensione: lavora come fotografo presso una casa di produzione di fama internazionale. Ha intrapreso collaborazioni anche nell'ambito dello sport, un modo di vedere il pallone da una prospettiva completamente diversa
