La polemica per la controversa campagna pubblicitaria di Netflix aveva messo sotto i riflettori Ostia, spesso associata a stereotipi poco lusinghieri. La risposta è arrivata non solo dal mondo della politica, ma anche da figure di rilievo dello sport come Daniele De Rossi. L'ex capitano della Roma, ora impegnato con l'Ostiamare, ha sfruttato l'onda lunga delle polemiche, trasformandola in un'occasione per promuovere il suo territorio di appartenenza.
Un'idea nata da una polemica
Quando Netflix ha festeggiato il suo decennale in Italia con una campagna pubblicitaria che ha sollevato più di un sopracciglio per via dei messaggi su Ostia, le reazioni furono immediate e aspre. Le autorità locali, incluso il sindaco Gualtieri, non hanno gradito la scelta della celebre piattaforma, giudicandola denigratoria. Tuttavia, come spesso accade, dalle avversità nascono le opportunità. E così, Daniele De Rossi e l'Ostiamare hanno ideato una campagna pubblicitaria destinata a ribadire con forza la vera essenza di Ostia: una comunità vibrante e appassionata.
L’iniziativa dell'Ostiamare
Nel tentativo di contrastare la narrazione negativa, l'Ostiamare aveva ideato una campagna pubblicitaria originale, puntando il riflettore sulla partita del 19 ottobre contro il Fossombrone, cruciale per il club capolista. La campagna doveva essere un inno a Ostia, al suo spirito sportivo e alla sua comunità, con la faccia di Daniele De Rossi a simboleggiare l'impegno e la passione di un'intera città. "Ostia è sport, è passione, è comunità viva", è il messaggio che il club voleva trasmettere attraverso questa iniziativa.
Il malinteso con il Municipio X
In modo inaspettato, il Municipio X ha anticipato i tempi, svelando il progetto ancor prima del lancio programmato, inserendo persino il proprio logo. L'Ostiamare, che ha investito considerevoli risorse economiche e creative, è stata costretta a fermare tutto, per evitare ulteriori disguidi comunicativi. Il club ha chiarito la sua posizione attraverso un comunicato molto chiaro, sottolineando come "Ostia non sia Suburra, e respingiamo ogni tentativo di ridurre questa comunità a etichette negative e stereotipi". Un errore che ha rafforzato ancora di più l’idea di unità e dignità di questa squadra.