Il dolce-amaro sapore di una carriera
“Io non posso lamentarmi perché so che ho fatto di tutto per non farmi male”, ha dichiarato Perotti, ricordando i momenti alti e bassi di una carriera segnata da soddisfazioni e imprevisti. Nonostante i periodi bui, l'argentino ha militato in squadre di primo piano ma non nasconde il rammarico per non aver potuto esprimere tutto il suo potenziale. “Sicuramente non sono contento perché credo che potevo dare molto di più”.
I misteriosi infortuni e il fattore sonno
Perotti non è mai riuscito a identificare la causa precisa dietro i continui infortuni. Tuttavia, ha rivelato un aspetto poco noto: la sua battaglia con l'insonnia. “Non riuscivo a dormire perché la mia testa va talmente a 2000 da non riuscire a riposare”, ha spiegato il calciatore, suggerendo come il sonno inadeguato possa aver compromesso la sua resistenza fisica. Nonostante la fine della carriera sul campo, il problema del sonno persiste: “Dormivo poco quando giocavo, dormo poco anche adesso che ho smesso”.
La lotta contro l'insonnia
Oltre agli infortuni, l'insonnia di Perotti rappresenta uno dei nemici più duri. “Prendevo una pillola per dormire tutte le sere prima della partita”, confida, un tentativo per garantirsi almeno una notte di riposo prima delle gare. In settimana, tentava diverse strategie, tra cui meditazione e varie tecniche di rilassamento per cercare di migliorare le sue ore di sonno.


