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Disastro Milan, l'attacco frontale di Braida: "Club senza identità. Ibra? Non ha le competenze"

La situazione in casa Milan è incandescente, tra risultati negativi, problemi interni e societari. Il grande ex Ariedo Braida spara letteralmente a zero
calcio italiano08/03/2025 • 14:00
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Rafael Leão
#10MilanAttaccante
Serie A
Stagione 2024/2025

7

Goals

24

Tiri in porta

53

Tiri

8

Assists

La stagione del Milan ha preso una piega a dir poco negativa. I rossoneri, partiti come una delle favorite alla conquista dello scudetto e pronti ad una importante campagna europea, hanno visto sfumare via via tutti gli obiettivi, e nonostante la Supercoppa conquistata a gennaio adesso si trovano in una situazione, soprattutto ambientale, decisamente difficile.

 

Lontani dalla zona Champions in campionato, con tangibili problemi e polemiche interne, a Milanello l'aria sta diventando irrespirabile. E mentre Sergio Conceicao prova a barcamenarsi tra lotte nello spogliatoio e surreali vicende addirittura con il suo portavoce, un grande ex come Ariedo Braida ha detto la sua ai microfoni di So Foot. Il commento dell'ex dirigente rossonero è impietoso.

Milan, Braida spara a zero

"Sono triste: vedere il Milan in questo stato mi fa star male", ha esordito l'ex dirigente rossonero. "Questo club è in preda a una crisi di identità e a una mancanza di sentimento di appartenenza. Sono stati fatti grossi errori per anni, a tutti i livelli, e la conseguenza è che abbiamo un club e una squadra senza identità. L’avevo predetto a inizio stagione che non sarebbe stata una squadra competitiva: il club è troppo instabile, non c’è una direzione chiara, gli allenatori si succedono e la rosa cambia ogni anno. Per essere ambiziosi serve continuità, per esempio lasciando lavorare un allenatore per due o tre anni, dieci se possibile".

 

Una delle note dolenti, l'allontanamento di una bandiera come Paolo Maldini: "Licenziare Paolo è stato un errore grossolano, e cacciarlo in quel modo è imperdonabile. Maldini è una leggenda che lavorava molto bene e rappresentava al meglio l’istituzione. Ibrahimovic? Non è un punto di riferimento. Non ha ancora le competenze e l’esperienza per essere un uomo forte, capace di dirigere un club, è solamente un comunicatore".

 

Il problema Milan riguarda anche chi scende in campo: "I giocatori sono responsabili, ma è difficile essere performanti in un club senza identità. Ciò che manca, è una guida, un uomo forte come lo era Berlusconi. Con lui e Galliani c’era una linea direttrice. Leao, Theo, Maignan sono giocatori di talento, ma non sono dei leader in grado di unire la squadra e rilanciarla. E non hanno la costanza e la personalità per essere dei leader. Nessuno oggi lo è al Milan. Se io fossi ds prenderei 4-5 giocatori italiani, come all’Inter per esempio. Ciò permette di creare un'identità, e poi prenderei dei giocatori con carattere e personalità, è la cosa più importante".

 

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Tags :Milan

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