Cristiano Doni, un nome che evoca ricordi indelebili tra i tifosi dell'Atalanta e non solo. Navigando tra i ricordi di un passato glorioso e un presente ricco di insegnamenti, Doni riflette sulla sua carriera calcistica e sugli episodi controversi che l'hanno segnata, offrendo uno spaccato autentico e intenso del proprio vissuto. Recentemente, ha avuto modo di condividere questi pensieri con La Gazzetta dello Sport, riportando alla luce alcune delle scelte che hanno definito la sua storia.
Il sogno mai avverato: Juventus e Roma
Il cuore di Doni è sempre stato neroazzurro, ma ciò non significa che le occasioni per cambiare maglia siano mancate. "Potevo andare alla Juventus, ma l’Atalanta chiese troppo e in fondo ne fui felice, volevo restare a Bergamo. Poi la Roma: Spalletti mi voleva come vice-Totti, mi chiamava Pradè e mi faceva ascoltare il jingle della Champions: ‘Ti piace?’." Alla fine, il richiamo della Dea era troppo forte, e Doni non ha mai rimpianto la sua scelta: restare a Bergamo era ciò che desiderava.
Compagni di squadra indimenticabili e aneddoti
Nel ripercorrere la sua carriera, Doni non ha dubbi su quale sia stato il compagno di squadra più forte: "Morfeo. Un fenomeno, che con i piedi parlava una lingua bellissima". Un riconoscimento di stima che riflette il legame e il rispetto sviluppati sul campo.
Il caso scommesse: una pagina amara
Il capitolo delle scommesse rappresenta uno dei momenti più oscuri nella storia di Doni, ma è anche un trampolino per riflessioni profonde. "Mi hanno messo un’etichetta, ma non era la mia. I carabinieri all’alba a casa, i 5 giorni in prigione, le prime pagine dei giornali. È crollato tutto." Un periodo duro, descritto senza filtri, che tuttavia ha contribuito a forgiare un carattere forte e resiliente.
Lezioni di vita e nuova realtà
Trasformare un momento di crisi in un'opportunità di crescita è qualcosa di cui Doni oggi va fiero. "Sono diventato un uomo migliore. Ho mangiato tanta m...a, il rischio alla fine è quello di farsela piacere, ma io mi sono tirato su le maniche". Adesso, risiede a Maiorca gestendo un ristorante, e ha aperto anche un centro sportivo, il "27padel", a Bergamo, dove coltiva il suo amore per lo sport.
Famiglia e futuro
La famiglia riveste un ruolo centrale nella vita di Doni. Con due figli che rappresentano il futuro, guarda avanti con ottimismo. "Ho una figlia di 22 anni e un figlio di 12 che gioca a pallone, il suo idolo è il Papu Gomez. Lui è nato in un momento in cui non vedevo la luce, mi ha salvato". Nonostante tutto, l'ex calciatore mantiene viva la passione per l'Atalanta, pur seguendola con la giusta distanza, sempre con un occhio rivolto alla felicità dei suoi cari.