L’Inter osserva, attende e si sfrega le mani. Perché il percorso di Aleksandar Stankovic, il più giovane dei tre figli di Dejan, sta seguendo lo stesso copione virtuoso che ha portato Pio Esposito a imporsi prima allo Spezia e, adesso, anche in palcoscenici più prestigiosi. Un percorso studiato a tavolino dalla dirigenza nerazzurra, che già l’estate scorsa – nel momento della cessione del figlio d'arte al Bruges per 10 milioni di euro – aveva blindato il futuro del centrocampista serbo con due clausole di riacquisto pensate per non perdere il controllo su un talento destinato a tornare a Milano.
Aleksandar Stankovic stupisce tutti
Il ragazzo, classe 2005, continua a stupire. L’ultima prova di forza è arrivata in Champions League, contro avversari di assoluto livello: nella partita con il Barcellona, Aleksandar Stankovic ha dimostrato di poter stare tranquillamente in un contesto simile. Personalità, aggressività, lettura delle situazioni, qualità tecnica: in alcuni frangenti è arrivato addirittura a mettere in difficoltà un gigante come Frenkie de Jong, uno dei centrocampisti più completi al mondo. Un segnale potente, che in Belgio non ha stupito più di tanto.
Già lo scorso anno, nel suo primo vero campionato da professionista, aveva totalizzato 40 presenze con il Lucerna in Svizzera, distinguendosi per continuità e maturità, tutt'altro che scontate alla sua età. Quest’anno, al Bruges, ha accelerato ulteriormente la crescita, al punto che in Viale della Liberazione considerano il suo ritorno un percorso praticamente già scritto. Dal 1° luglio 2025, infatti, l’Inter potrà esercitare la prima clausola di riacquisto fissata a 23 milioni di euro. Una cifra considerata sostenibile e strategica, che rappresenta in pratica un premio di valorizzazione da 13 milioni per il Bruges.
Ma non è tutto: se i nerazzurri scegliessero di lasciarlo in Belgio un’altra stagione, la seconda clausola – valida nell’estate 2027 – consentirebbe un nuovo riacquisto a 25 milioni. Una prospettiva che però rende più probabile un rientro anticipato, anche per evitare un esborso superiore di due milioni senza reali vantaggi tecnici.
{/* @ts-expect-error AMP custom element */}Il piano dell'Inter
Il piano dell’Inter è chiaro da tempo: un paio di anni di "praticantato" per poi tornare alla base con un bagaglio importante di esperienze. Una filosofia già premiata con Dimarco, e in tempi più recenti con Pio Esposito, che potrebbe presto valere anche per Valentin Carboni. L’obiettivo è abbassare l’età media senza rinunciare a un mix di qualità e carattere, oltre a costruire un gruppo dal forte DNA nerazzurro, cresciuto nella Primavera di Chivu.
A livello di campo il ritorno di Stankovic avrebbe una logica tecnica molto precisa. Il futuro di Calhanoglu andrà valutato nuovamente a fine stagione: il turco ha ritrovato entusiasmo, ma la scorsa estate aveva manifestato qualche malumore e l’ipotesi di un ritorno in patria potrebbe tornare d’attualità. Stankovic, ruolo per ruolo, rappresenta l’erede naturale del regista nerazzurro. In alternativa, potrebbe fare un primo anno alle sue spalle per poi prenderne le veci.


