Arrivato dal Parma dopo una stagione positiva dal punto di vista delle prestazioni ma sirucamente meno dal punto di vista dei numeri, Ange-Yoan Bonny in questi primi mesi di Inter è riuscito, complice l'infortunio di Marcus Thuram, ad imporsi.
Dopo i primi mesi con la maglia del club meneghino, il calciatore francese ha fatto un po' il punto della situazione nel corso di un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Tanti i temi trattati dal 22enne, che ha parlato anche di un simpatico aneddoto di quando giocava al Parma.
Inter, Bonny racconta i primi mesi da nerazzurro e non solo
Passare da una realtà come quella del Parma ad una come quella dell'Inter è molto diverso, ma adesso sta iniziando a metabolizzare il salto in avanti fatto nella sua carriera: "Dopo i primi 5 mesi qui ho capito che serve tempo per capire dove sei, per realizzare quanto grande sia questo club. Poi, quando lo hai capito, devi renderti conto del livello della squadra, che si alza continuamente, già dall'allenamento. L'Inter è molto esigente, ti chiede sempre di più, ma mi trovo benissimo e imparo".
Rispetto alla passata stagione, Bonny è già migliorato dal punto di vista della realizzazione e delle freddezza sotto porta, il percorso però è ancora lungo: "Cosa devo migliorare? In particolare il gioco spalle alla porta, qualche volta ho perso palloni stupidi. Poi migliorare il colpo di testa, ma anche la resistenza, visto che giochiamo ogni tre giorni e lavoriamo duramente, durante la sosta ancora di più. In generale, anche le cose che ti vengono bene possono sempre essere fatte meglio".
Il suo passaggio all'Inter sembrava quasi scritto, e lo racconta lo stesso Bonny parlando di un aneddoto che riguarda sia lui che il difensore dei nerazzurri, ed oggi suo compagno di squadra, Alessandro Bastoni: "L'anno scorso, in Parma-Inter, quella del 2-2, Bastoni mi butta giù e mi dice: 'Il prossimo anno vieni da noi'. Sembrava un avvertimento, ma mi ha fatto piacere. Lui, Bisseck, Acerbi si fanno sentire in allenamento, aiutano a spingerti oltre. La mia foto da bambino in nerazzurro? È la prima maglia che mamma ha comprato quando ho iniziato la scuola calcio. Mi ha convinto a indossarla dicendomi che era della squadra di Eto'o, il mio idolo. Forse era un segnale, chissà".
Il futuro dell'attacco dell'Inter sembra essere piuttosto roseo, tra lui ed il giovane Pio Esposito, i nerazzurri possono dormire sonni tranquilli: "Vorrei prendere qualcosa anche da Esposito, pochi difendono la palla come lui. Un anno fa in Italia-Francia Under 21 2–2, io e Pio entriamo dalla panchina. Qua abbiamo trovato subito un certo feeling perché siamo simili: teniamo gli occhi apertissimi. Pio? Quando giochi nell'Inter c'è più attenzione su tutti e qui in Italia ce n'è tantissima per lui: è giovane, ha grande potenzialità, nasce in questo settore giovanile, veste la maglia azzurra. Per lui la pressione è tanta, ma penso riesca a gestirla benissimo: non è cambiato, né a lui né a me piace fare i fenomeni".


