Maurizio Arrivabene è una vecchia conoscenza in casa Juventus, avendo ricoperto il ruolo di CEO ai tempi della presidenza di Andrea Agnelli. Le sue parole in una recente intervista a Tuttosport rivelano ricordi, riflessioni e qualche rimpianto su quel periodo turbolento e appassionante.
Amicizie che durano
All'interno dell'ambiente Juventus, Arrivabene ha saputo instaurare relazioni autentiche con molti calciatori, relazioni che sembrano perdurare anche oggi. "Resto in contatto con molti giocatori, con Vlahovic, per esempio, ci mandiamo sempre dei messaggi. È un bravo ragazzo, lo carico come facevo con i piloti della Ferrari: piedi per terra e andare avanti", racconta l'ex CEO, evidenziando il legame particolare con l'attaccante serbo. L'importanza della motivazione sembra essere un filo conduttore tra le sue esperienze alla Ferrari e in bianconero.
Nessun pentimento per l'acquisto del serbo, una scelta che Arrivabene difende a spada tratta. "Non mi sono mai pentito, lo abbiamo preso in un momento in cui aveva segnato una valanga di goal. Non può essere scarso, non è scarso. Davvero!", asserisce fermamente. L'ex dirigente non manca di evidenziare come l'adattamento del giocatore al sistema di gioco bianconero abbia influenzato la sua serenità in campo.
Locatelli: un gobbo vero
Non può mancare un accenno a Locatelli, uno di quei giocatori che simboleggia lo spirito bianconero. "Ah, Locatelli, un gobbo vero. Uno juventino come ne ho conosciuti pochi. Quando lo trattavamo col Sassuolo non voleva sapere di nessun'altra squadra", ricorda Arrivabene, orgoglioso del contributo che il centrocampista porta alla squadra.
Rimpianti di talento perduto
Arrivabene esprime qualche rimpianto per i giovani talenti che la Juventus non è riuscita a trattenere. Soulé e Fagioli sono due nomi che emergono, con il primo che brilla nella capitale italiana. "Mi rimane il ricordo di un discorso di Rui Costa... solo così nascono e si coltivano i talenti", riflette amaramente sull'approccio alle giovani promesse.
Calciomercato e contratti
Nelle trattative di mercato, l'ex CEO ricorda con piacere la serietà di Cairo durante la trattativa per Bremer, sottolineando l'importanza della professionalità nei rapporti contrattuali. "Mai incontrato uno così serio. Contratti stilati in modo professionale", evidenzia Arrivabene, testimoniando l'etica lavorativa riscontrata nel negoziato.
L'esperienza di Tudor
Non mancano parole di stima per Tudor, anche se Arrivabene preferisce non addentrarsi troppo nei dettagli tattici: "Mi piace, ma non fatemi parlare di tattica", ammette con umiltà, lasciando spazio ai più esperti.
Allegri al Milan
Infine, l'attuale avventura di Allegri al Milan non suscita particolari emozioni nell'ex dirigente bianconero. "Non siamo più nel calcio in cui queste cose non accadevano, no?", afferma, consapevole dei cambiamenti professionali che il mondo del calcio moderno porta con sé.