Eusebio Di Francesco, nuovo tecnico del Lecce, si è aperto ai microfoni di La Repubblica per un'intervista che ha toccato vari temi della sua carriera e della sua nuova avventura in Salento. Tra retrocessioni da digerire e giocatori con fame di vittorie, Di Francesco sembra aver trovato una nuova serenità e uno stile di gioco basato sull'intensità.
Il sostegno psicologico post-retrocessione
Di Francesco non si è tirato indietro nel raccontare le difficoltà incontrate dopo due retrocessioni consecutive con Frosinone e Venezia. Ha confidato, "Lo psicologo mi ha aiutato a superare due retrocessioni in due anni all’ultima giornata. Botte su botte." Il mister ha quindi intrapreso un percorso con una società di comunicazione, per trasformare le sconfitte in momenti di crescita. "In campo, cerco di metterli al loro agio. Al centro non ci sono i moduli, ma l’intensità."
Camarda e la fame di vittorie
Tra i vari giocatori del Lecce, Di Francesco ha posto l'accento su Camarda. "Vediamo se è pronto. Di sicuro ha una gran fame, anche troppa. Si dispera per ogni goal sbagliato, ma l’errore è parte del processo di crescita." L'allenatore evidenzia l'importanza di accettare l'errore come occasione di miglioramento, un concetto che vuole trasmettere a tutta la squadra.
Riconoscimenti dai vecchi allievi
Di Francesco ha condiviso alcuni aneddoti sui rapporti con i suoi ex giocatori. "Berardi ogni goal dice ancora ‘me lo hai insegnato tu’", racconta con orgoglio. Ha anche menzionato Acerbi, che gli è grato per una lezione importante ricevuta: "lo tolsi dal campo al 13’ del primo tempo in amichevole. Se lo meritava."
Il Di Francesco di oggi: Davide Frattesi
In una riflessione sui giovani talenti, Di Francesco non ha dubbi su chi possa essere il suo erede in campo: "Frattesi. Sei indeciso fra rimanere all’Inter o partire? La soluzione gliela do io: venga a giocare in Salento che si sta bene."


