Dopo aver salutato l’Europa tra critiche, pressioni e un’attenzione mediatica spesso difficile da gestire, Emerson Royal è tornato in Brasile per ritrovare serenità, continuità e soprattutto felicità. Oggi è uno dei punti fermi del Flamengo, con cui ha già messo a referto un gol e un assist, e finalmente si sente di nuovo a casa: sulle spiagge di Rio, tra la sua gente, lontano da quella “lente d’ingrandimento” che – come lui stesso racconta – lo ha accompagnato costantemente durante gli anni in Italia e in Inghilterra.
Il ritorno in Brasile
Il suo ritorno in patria non è stato un ripiego, ma una scelta precisa: per ritrovare un ambiente che lo valorizzi e che gli permetta di tornare nel giro della Seleção. "Oggi sto bene e sono tornato a essere felice" racconta. "Dopo tanti anni all’estero sentivo il bisogno di farmi conoscere e apprezzare davvero dalla mia gente. È una sensazione bellissima". Al Flamengo ha ritrovato vecchi compagni di nazionale come Alex Sandro e Danilo, ma anche Jorginho, che conosceva solo da avversario. "Giocare con calciatori così esperti è un privilegio. Ci aiutiamo molto e il clima è fantastico".
Nonostante la distanza, Emerson Royal non ha smesso di seguire la Serie A. "Quando posso guardo il Milan. Ho tanti amici lì, soprattutto Rafa Leao. Sono curioso di vedere come vanno e li supporto da lontano". E non manca un occhio anche al Napoli di Antonio Conte, tecnico che lo ha segnato profondamente ai tempi del Tottenham: "Mi ha insegnato tantissimo in termini di mentalità. A volte sembrava pesante, ma lo faceva solo per farci migliorare".
{/* @ts-expect-error AMP custom element */}La critica ai tifosi del Milan
Il passaggio al Milan, nell’estate 2024, era stato carico di entusiasmo: chiamata dei dirigenti, progetto convincente e la presenza di Ibrahimovic a fare da garante. Eppure, il suo impatto con l’ambiente rossonero non è stato dei più semplici. "Dal mio arrivo, qualsiasi cosa dicessi o facessi diventava un caso. Sembrava si parlasse più di me che di Cristiano Ronaldo, ma in negativo. Mi sono sentito sotto giudizio sin da subito, come se dovessi fare il doppio per essere accettato… senza poi esserlo davvero"».
Una pressione che ha pesato soprattutto sulle persone accanto a lui: "Io sono forte mentalmente, conosco il mio valore. Ma la mia famiglia e i miei amici soffrivano molto. Non è piacevole sentire un’ondata d’odio quando non hai ancora giocato nemmeno un minuto".
Emerson Royal riconosce la passione del tifo milanista, ma non nasconde la sua amarezza: "Capisco perfettamente che chi paga il biglietto pretenda il massimo. È giusto così. Però a volte si è esagerato: supportarmi avrebbe aiutato anche il Milan". Parole amare, per un giocatore che ha trovato il suo ambiente ideale dopo una serie di esperienze non proprio entusiasmanti.


