Quando nel 1922 l’Inter evitò la retrocessione in serie B grazie al Lodo Colombo

calcio italiano26/06/2023 • 15:58
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A. Bastoni
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Stagione 2023/2024

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Mai stati in B”, è uno degli slogan che i tifosi dell’Inter intonano spesso nei confronti dei tifosi avversari. Infatti retrocessione e Inter sono due parole che non si sono mai incontrate. Eppure nel corso della storia del club meneghino, ci fu una stagione in cui rischiarono di scendere in Serie B. Ma la situazione complessa dei campionati di allora evitò questa onta al club. Il tutto grazie ad un signore di nome Emilio Colombo, allora direttore della Gazzetta dello Sport.

Il progetto Pozzo

La Serie A del primo dopo guerra vede la presenza di tantissime squadre che vogliono prendere il via. Ci sono problemi organizzativi vista la mole di partecipanti. I dissidi tra i delegati dei club e la FIGC portano ad una prima spaccatura. Ci sono ben 47 club liguri e piemontesi che creano la Lega del Giuoco del Calcio e sono pronte a disputarsi un campionato tutto loro. È un primo avviso per la FIGC che le cose non sono perfette e che serve una riforma dei campionati di calcio. Così per non compromettere la stagione 1920-1921, la FIGC promette di trovare una soluzione e fa fare retromarcia ai club ribelli. La stagione si svolge regolarmente anche se si conterà un numero incredibile di partite disputate: ci saranno 88 squadre al via suddivise in tantissimi gironi regionali. Il campionato fu vinto dalla Pro Vercelli che mette in bacheca il suo ottavo scudetto, spuntandola sui rivali del Pisa per 2-1. Nel mentre si disputava la stagione, il commissario tecnico Vittorio Pozzo fu incaricato di trovare una soluzione e studiare un nuovo format per le stagioni future. Pozzo si mise subito al lavoro e il suo progetto si basava sulla distinzione tra squadre del Nord e del Sud. Da 88 squadre si doveva passare a 24 divise in due gironi: Centro-Nord e Centro-Sud con la finalissima da disputare tra le vincenti dei due gironi. La scelta delle squadre andava in base all’importanza e al blasone della stessa. E questo fu uno dei motivi per cui il Progetto Pozzo non passò ai voti: nello stesso giorno in cui la Pro Vercelli alzava al cielo il suo ottavo scudetto, l’assemblea riunitasi per le votazioni bocciò tale proposta con i voti delle piccole squadre che erano la maggioranza.

Vittorio Pozzo

Spaccatura con la FIGC e nascita della CCI

A seguito della bocciatura del Progetto Pozzo, le squadre big, prevalentemente del Nord Italia, lasciano la FIGC e fondano la CCI, ovvero la Confederazione Calcistica Italiana. A capo della nuova organizzazione c’è il presidente della squadra campione in carica, la Pro Vercelli. In Italia quindi si giocheranno nel 1921-1922 due campionati separati: quello della CCI e quello della FIGC. Ma quest’ultima non ci sta e per vendetta scrive e rende operativa una nuova regola che cambia completamente le carte in tavola: potranno essere chiamati a giocare in Nazionale solamente i calciatori che militano nei campionati organizzati dalla FIGC. Una norma che getta nel panico le squadre scissioniste tra cui era presente anche l’Inter che vedrà i suoi calciatori più forti andare via. Infatti il club nerazzurro perderà il bomber italo svizzero Cevenini insieme ai suoi fratelli, oltre l’attaccante Asti. Tutti si uniranno al club della Novese, militante nel campionato organizzato dalla FIGC, che vincerà poi lo scudetto nella stagione 1921-1922. Per l’Inter è l’inizio dell’incubo.

Retrocessione Inter, inizia l’incubo per i nerazzurri

L’esodo dei migliori calciatori della rosa dell’Inter nella lega della FIGC, indebolisce il club nerazzurro che si trova così a disputare i match sempre con gli sfavori del pronostico. Il campionato CCI in cui fa parte sarà un incubo a livello di risultati ottenuti. Se due anni prima c’era la gioia del tricolore, ora c’è lo spettro della retrocessione. Il club nerazzurro terminerà il campionato CCI nelle ultime due posizioni e il regolamento prevedeva la retrocessione diretta con la promozione diretta delle prime due squadre della Seconda Divisione. La prima “salvata” arriva dal dietrofront della CCI che invece della retrocessione diretta immette lo spareggio tra le ultime due della Prima Divisione e le prime due della Seconda Divisione. Nel mentre l’Inter si appresta a giocare gli spareggi, ecco che la CCI e la FIGC riallacciano i dialoghi.

Il compromesso Colombo e la salvezza dell’Inter

I dialoghi tra le due federazioni portano ad incaricare Emilio Colombo, direttore de La Gazzetta dello Sport, a formulare un nuovo progetto di campionato unificato. Il nuovo campionato della stagione successiva avrebbe visto la partecipazione di 36 squadre e due gironi: Lega Nord e Lega Sud. 12 squadre ammesse di diritto come le migliori della stagione precedente, altre ammesse grazie a requisiti di blasone e titoli ed altre derivanti dagli spareggi tra le ultime due delle prime divisioni dei delle due federazioni con le prime due delle seconde divisioni. L’Inter quindi dovrà affrontare ben due partite per salvarsi dalla retrocessione. Inizia così un percorso al cardiopalma ma che diventerà più facile del previsto per i nerazzurri. La prima partita si svolge dopo tre mesi dalla fine del campionato e vede l’Inter affrontare in gara unica lo Sport Club Italia. Quest’ultima è in crisi finanziarie e molti dei suoi calciatori sono partiti per il servizio militare e la squadra che si era classificata seconda nella seconda divisione della CCI, è costretta a dichiarare la sua rinuncia dando la vittoria a tavolino al club milanese. Nella finale dello spareggio pescano la squadra toscana del Libertas Firenze proveniente dagli spareggi della FIGC. All’andata i milanesi si impongono con un netto 3-0, mentre nella partita di ritorno pareggiano per 1-1 guadagnandosi così la permanenza in Prima Divisione e l’ammissione al nuovo campionato unificato della FIGC della stagione 1922-1923.

Retrocessione Inter, i calciatori che la salvarono
calcio italiano26/06/2023 • 15:58
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Tags :Inter

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