Vicepresidente Udinese, Campoccia: “Inaccettabile che in serie A ci siano ancora stadi inadeguati”

calcio italiano05/12/2022 • 22:58
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Dopo il grande successo della prima edizione, è tornato a Cortina d’Ampezzo Winter Bootcamp, evento organizzato da Starting Finance con la partnership di ChiamarsiBomber. Nel cuore delle Dolomiti spazio a imprenditoria e finanza, con tanti giovani under 30 appassionati di questi temi riuniti in una 4 giorni (1-4 Dicembre) di assoluto spessore. Tra i protagonisti della kermesse il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia, incalzato dalle domande di Riccardo Russo e Lorenzo Piazzotta di ChiamarsiBomber toccando svariati temi legati al club friulano e correlati a marketing, economia e sostenibilità.

La “sfida” Dacia Arena

Elemento divenuto fondamentale per la crescita e lo sviluppo di un club di calcio è lo stadio di proprietà. L’Udinese, con la Dacia Arena, ha potuto attuare una strategia di business decisamente innovativa, come ha spiegato Campoccia: “Abbiamo accettato una sfida di ristrutturazione e riqualificazione salvando anche il famoso arco eretto nel 1976, l’anno del tragico terremoto friulano. La Dacia Arena ci ha consentito di ripensare il concetto di stadio non solo come luogo dove si gioca a calcio, ma anche come centro di ricavi utilizzabile come un ramo d’azienda nuovo. Un ‘oggetto’ che riesca autonomamente a reggere l’investimento. Uno stadio nuovo e di proprietà aumenta l’appeal del club anche in termini di immagine“.

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Dacia Arena, stadio dell’Udinese

Calcio e sostenibilità

Da noi all’Udinese la parola sostenibilità è un karma – spiega il vicepresidente dei friulani – che si declina su 3 pilastri: sportivo, finanziario e ambientale/sociale. Tre aspetti che sono sicuramente nelle corde del club, che da sempre si impegna anche per quanto riguarda l’inclusività. La famiglia Pozzo ha sempre voluto affrontare lo sport business con una componente charity molto importante, e mi piace dire che noi siamo un modello di educazione. Lo spogliatoio è un esempio eclatante di tutto questo: giovani giocatori di diversa cultura, lingua e religione che diventano una famiglia grazie anche al lavoro di tutor. Al club si percepisce e tocca con mano il concetto di inclusività“.

L’importanza di sponsor e partnership per il club

“L’Udinese va alla ricerca di partner con cui legarsi non solo per un ritorno economico, ma anche come comunanza di valori. Dacia è un brand internazionale con cui siamo sposati da oltre 10 anni: una piccola realtà provinciale come il nostro club ed un marchio globale sembrano agli antipodi, ma questa unione ha generato cose magiche. Anche alla base della partnership con Macron c’è una comunanza di valori che ci aiuta anche a lanciare messaggi importanti e ambiziosi”.

Gli investitori stranieri in Serie A

“I fondi stranieri sono spinti ad investire nel nostro campionato per opportunità, questo fanno di mestiere. L’analisi che loro fanno è che il calcio italiano è in difficoltà, e questo viene visto come un’opportunità finanziaria. Il fondo però deve anche dare valore al club, non solo riceverlo, e per far sì che questo accada c’è bisogno che tutto il sistema si dia degli obiettivi strategici da raggiungere, primo fra tutti quello delle infrastrutture: non è pensabile giocare ancora in stadi inadeguati, si penalizza la qualità dello spettacolo non solo fisico ma anche audiovisivo. Ciò che interessa ai fondi è anche appunto la capacità di aumentare i ricavi audiovisivi: nel mercato internazionale noi siamo molto penalizzati rispetto a Premier e Liga”.

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Stefano Campoccia vicepresidente dell’Udinese

Da dove deve ripartire la Serie A

“Il primo tema come già detto è quello delle infrastrutture: dovrebbero essere imposti degli standard, senza che i club possano usufruire di continue deroghe, e in questo senso servono dei modelli virtuosi. Non a caso la Uefa prende l’Udinese come modello di sostenibilità economica e infrastrutturale e se ce la fa l’Udinese ce la può fare chiunque. Per quanto riguarda i vivai bisogna capire che il modello non è mettere tanti italiani, ma riavvicinare i giovani al calcio. Ci vorrebbe una revisione in maniera seria delle vere leve: le seconde squadre e i vivai”.

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La squadra under 19 dell’Udinese

Calcio italiano in sofferenza

“Il sistema è sofferente. Il calcio italiano sta soffrendo, ha un indebitamento medio che vale quattro volte il fatturato globale. Ci sono dei sistemi leciti che consentono di far sopravvivere i club, però il sistema calcio deve al più presto affrontare il tema del Sovraindebitamento che ha tutta la piramide, su cui come ‘ciliegina sulla torta’ si è abbattuto anche il Covid…”.

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Tags :Serie A

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