Si è finalmente chiuso dopo due anni il procedimento legale che vedeva coinvolte lo Sporting Lisbona e l'Inter. Le due squadre erano finite in tribunale dopo che, i portoghesi, avevano chiesto un procedimento contro i nerazzurri in merito all'affare Joao Mario. Ma proviamo a fare chiarezza.
Inter, niente multa da 30 milioni: il TAS dà ragione ai nerazzurri
Parte tutto nell'estate del 2016, quando l'Inter decide di investire 45 milioni di euro per portarsi a casa Joao Mario, esploso con la maglia dello Sporting Lisbona, dopo essere cresciuto nelle giovanili del club. L'avventura del calciatore portoghese in Serie A va però decisamente male, tanto da convincere i nerazzurri, dopo appena due anni, a mandarlo in prestito.
Chiusi una serie di prestiti vari in giro per i campionati europei, nell'estate del 2021 il calciatore saluta definitivamente i nerazzurri per trasferirsi al Benfica, storica rivale dello Sporting Lisbona. Dopo il trasferimento, lo Sporting chiede all'Inter l'indennizzo che, a detta dei portoghesi, era presente nel contratto di acquisto del calciatore. L'Inter si rifiuta, e parte la diatriba.
I portoghesi sostenevano che, nel contratto stipulato in fase di acquisizione, fosse stata aggiunta una clausola che prevedeva il pagamento di un indennizzo in caso di cessione ad un'altra squadra portoghese, come il Benfica per l'appunto. Indennizzo che effettivamente era presente nel contratto, ma che tecnicamente non è stato violato. Dopo vi spiegheremo meglio il perché.
Il primo ricorso era stato presentato nell'estate del 2023 alla FIFA, dopo l'esito negativo, il club portoghese ha dunque deciso di rivolgersi al TAS di Losanna. Anche il Tribunale Arbitrale dello Sport ha però confermato la sentenza negativa, decidendo che i famosi 30 milioni di indennizzo non sono dovuti. I giudici hanno anche argomentato la sentenza, dicendo che il pagamento non è dovuto in quanto non si è trattato di una cessione diretta.
Joao Mario ha rescisso prima con la società nerazzurra, e l'indomani ha firmato con il Benfica. Lo Sporting sosteneva che la mossa fosse stata calcolata di comune accordo con l'Inter, per evitare proprio il pagamento dell'indennizzo da 30 milioni. Non potendo provare se si trattasse di una cosa stabilita a tavolino e non trattandosi nemmeno di una cessione diretta, il TAS ha dunque definitivamente respinto il ricorso. Si chiude quindi qui il contenzioso tra portoghesi e nerazzurri.
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