Un’avventura da raccontare ai nipotini. È quanto hanno vissuto i giocatori dell’Atletico Tucuman nella notte fra martedì e mercoledì. Dopo il 2-2 dell’andata in Copa Libertadores contro il Nacional, gli Argentini decidono di andare all’ultimo a Quito, per evitare problemi legati all’altitudine locale, 2850 metri, ed è qui che iniziano i problemi…
Pronti per la partenza sul volo privato che avrebbe dovuto portarli a destinazione, i giocatori e i dirigenti dell’Atletico vengono raggiunti dalla notizia che l’aereo non può partire, perché mancano le autorizzazioni necessarie. A questo punto ai dirigenti viene l’idea geniale: tutti sull’aereo di linea LATAM diretto a Quito, con l’unico problema dato dall’orario di atterraggio fissato a 13 minuti dal fischio d’inizio della partita e, secondo i regolamenti della Copa Libertadores, il ritardo massimo consentito per non perdere una partita a tavolino è di quaranta minuti. Prendendo un autobus che, viaggiando a una velocità folle, li ha portati allo stadio, la banda si accorge di un altro inconveniente: non ci sono le maglie e le scarpe per giocare! Infatti tutto il materiale è rimasto sul primo aereo, non essendoci stato il tempo materiale per fare il trasloco da un mezzo all’altro. Quando tutto sembrava ormai perso, come nelle migliori storie ecco il colpo di scena: a Quito era presente anche la nazionale Under 20 Argentina per disputare il campionato Sudamericano, raggiunta da una telefonata di un dirigente dell’Atletico, la Selecion si è detta disponibile a prestare magliette e scarpini ai propri connazionali. L’arbitro della partita ha dato il bene stare e la partita di Libertadores si è giocata regolarmente e, come da copione, ecco il lieto fine: Atletico Tucuman vittorioso con un gol di Fernando Zamperi. L’altra notte, in quel di Quito, si è scritta una pagina di storia del Calcio.