Il momento del Napoli a livello sportivo sfiora la drammaticità. Il ko contro il Besiktas ha ormai confermato la crisi degli uomini di Sarri. Una crisi resa palese anche e soprattutto dai numeri, che non mentono mai. Per il Napoli si tratta della terza sconfitta di fila, la seconda in casa, la prima al San Paolo nella storia della Champions League partenopea. Quello che nel capoluogo campano si vive oggi è sicuramente il peggior momento dell’Era Sarri, il più brutto degli ultimi due anni e mezzo.
La sconfitta con i turchi è però molto diversa da quelle riscontrate contro Atalanta e Roma. Se contro bergamaschi e giallorossi il Napoli aveva giocato poco e male, il Besiktas viene invece dominato per tutti il match. E qui subentrano i tre fattori principali che hanno sancito la sconfitta.
Il primo è sicuramente quello degli errori individuali e di reparto: Maggio e Callejon che non si accorgono di Adriano sullo 0-1, Jorginho e Reina sull’1-2 e l’intera fase di marcatura sul 2-3. La difesa senza Albiol perde leadership ed esperienza, questo lo si è visto. Ma il Napoli i tre gol di ieri se li è praticamente fatti da solo, così come quello contro l’Atalanta e il primo contro la Roma. Inoltre, sull’1-2, anche Insigne ci mette del suo sbagliando un penalty.
Da non sottovalutare anche il fattore sfortuna. Il Napoli ha tirato e creato più del Besiktas, ha preso una traversa e sbagliato un rigore. Soprattutto, ha preso gol nelle uniche tre occasioni plasmate dagli avversari. Il terzo fattore è, inevitabilmente, quello degli errori arbitrali: gol di Gabbiadini del 3-2 da non annullare, al contrario di quello vincente del Besiktas per evidente fuorigioco. Azzurri che dunque soccombono nonostante una prestazione decisamente non disastrosa.
Il vero ostacolo da superare? Un blocco mentale che ormai attanaglia i giocatori. Contro il Crotone l’occasione è ghiotta per ripartire, cercando di spiccare di nuovo il volo. Per adesso, purtroppo, resta solo un bagno turco di lacrime napoletane.