Si dice che ogni giorno, anche se non te ne accorgi, da qualche parte nel mondo accade qualcosa di straordinario. Un profano almeno direbbe così, qualcuno invece utilizzerebbe la parola “miracolo”. Io, che sono un po’ sacro e un po’ profano, normalmente non mi sbilancio ma stavolta questa parola la utilizzo anch’io. Ho appena finito di scrivere la cronaca di Inghilterra-Islanda e guarda la festa gioiosa dei tifosi di una Nazione che accoglie una popolazione infinitesimale se paragonata a quella della mia città. E’ tra “uh” e battiti di mani che si consuma il miracolo: Davide ha battuto di nuovo Golia e la festa è meritata, forse addirittura è appena iniziata. Ammetto: mi scappa un sorriso. Rileggo il pezzo per essere sicuro di non aver commesso errori grossolani. Arrivo alla parte del tabellino e ricordo, rileggendo piacevolmente, come la rete decisiva sia stata siglata da Kolbeinn Sigthorsson, attaccante attualmente in forza al Nantes ma che con l’Ajax ha vinto qualcosa negli scorsi anni. E d’improvviso, come durante un flashback, comprendo perché quel nome significa qualcosa per me.
Sono sempre stato un appassionato di videogiochi di calcio e nella modalità campionato tutti i feticismi e i sogni diventavano realtà. Portare Ronaldo al Parma o al Rimini, Icardi e Kane all’Empoli o convincere Marchisio, Pato e Balotelli a giocare nel Bologna rappresentavano soddisfazioni immense. In un gioco di qualche anno fa mi accingo a iniziare la seconda stagione con il Pescara: il primo anno ha fruttato un sesto posto e la qualificazione in Europa League. C’è un problema: Milton Caraglio, bomber argentino che nelle stagione precedente aveva siglato molti gol, vuole andare via. Per sostituirlo acquisto un giocatore che onestamente non avevamo mai visto prima d’ora: Sigthorsson è islandese, gioca nell’Ajax. Magari non è il massimo, però è giovane ed io non compro mai giocatori che abbiano più di 24 anni. Così, diventa lui il nuovo numero 9 del Pescara. E le cose vanno benissimo: 36 gol nella prima stagione, 42 nella seconda. Ogni tiro fa gonfiare la rete, contro qualsiasi avversario. Sono annate splendide che portano il Pescara in alto. Parallelamente, nella vita reale, mi informo meglio su questo calciatore, sulla sua storia e sulle sue imprese. Mi dico che probabilmente lo vedrò in una grande squadra nel giro di 2-3 anni. Non accade, anche se io in fondo ci sto sperando ancora. Un anno passa, il gioco cambia, invecchio io come anche lui. I ricordi svaniscono e vengono accantonati. E’ stata una bella storia, però,
Oggi Sigthorsson è “troppo vecchio” per essere riacquistato in un ambito simile. Forse vecchio anche per fare il salto di qualità definitivo. Ma il gol segnato all’Inghilterra forse era un messaggio per tutti, un advertising di ciò che poteva essere e non è stato. Mentre saltella per festeggiare con i compagni penso al Sigthorsson videoludico e alle gioie di un ragazzo appassionato di calcio. Come dicevo, in fondo, è stata una bella storia.
Articolo di: Claudio Agave