ESCLUSIVA – Deulofeu: “Amo Udine, infortuni e cambio di ruolo mi hanno svoltato la carriera. Impressionato da Samardzic”

calcio06/10/2022 • 15:39
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Sono passati 10 anni da quando l’Udinese stanziava stabilmente nelle prime posizioni di classifica. Era la banda di Guidolin, trainata da Totò Di Natale, ultimo attaccante a far brillare la 10 bianconera che fu di Zico. Perlomeno fino ad oggi, con Gerard Deulofeu che è tornato a far risplendere quella maglia con giocate d’alta scuola e assist su assist.

In appena 8 presenze stagionali (di cui una in Coppa Italia) ha già collezionato 7 assist e un gol. Migliorato lo score dello scorso campionato dove mandò in rete 5 volte i suoi compagni ma segnò 13 reti (record personale). Abbiamo intervistato in esclusiva l’attaccante spagnolo che ci ha rivelato due fattori che l’hanno condizionato e gli hanno permesso il salto di qualità.

Gerard, che stagione è per te?

“Chiaramente non posso prevedere l’andamento della stagione ma lavoriamo al massimo per raggiungere obiettivi importanti. Sono felicissimo di essere rimasto qui a Udine, orgoglioso di indossare questa maglia: questo è fondamentale. Quando sei orgoglioso di giocare per una squadra le cose importanti arrivano. Lo stesso vale per i miei compagni che sentono l’attaccamento alla maglia e questo farà la differenza”.

È stato questo lo step che hai fatto l’anno scorso per arrivare a segnare 13 gol e a fare 5 assist aiutando sempre i tuoi compagni?

“Si, al 100%. È stata la prima stagione in cui ero sano dopo due infortuni gravi. È stata un’annata buona a livello di squadra e, poi, a livello personale credo di aver contribuito, al di là dei gol e degli assist, tantissimo alla fase offensiva della squadra. Ci sono cose più importanti dei gol: portare una squadra a vincere, è questo il mio obiettivo, trascinare l’Udinese a fare un salto di qualità”.

Possiamo dire che è iniziata una seconda carriera per te dopo gli infortuni? Quanto ti è servito quel periodo duro per essere più forte di prima?

“Sicuramente è così. Lo dico io ma può dirlo qualsiasi giocatore che abbia subito infortuni gravi. Ho avuto tanto tempo di pensare e di lavorare, imparando a dare valore a tante piccole cose.

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Quanto ti senti un esempio in una squadra con tanti ragazzi giovani?

“Questo è uno stile di vita, una delle cose che ho capito quando mi sono fatto male. Nel calcio di oggi, chiaramente, serve la qualità ma, soprattutto, la voglia di fare di più dell’avversario. Serve farlo in campo in allenamento, sorridendo con i compagni e dando il massimo ma serve farlo anche a casa, restando tranquilli con l’amore della famiglia”.

Ecco, la famiglia. Una parte fondamentale della tua vita…

“La mia vita è al 50% famiglia e al 50% calcio. È importantissimo: se stai bene con la famiglia stai bene in campo e dimostri di essere felice e di goderti il calcio. Per fortuna, ho una famiglia che capisce che ho bisogno di lavorare tanto durante la settimana, anche a casa, per fare bene. Con la mia compagna e i miei figli siamo diventati una squadra fantastica”.

Nella tua carriera hai giocato in grandi squadre come Milan e Barcellona e vissuto in grandi città ma ti sei calato benissimo nella realtà di Udine ed hai sviluppato un grande legame con l’Udinese e la sua gente. Lo dimostri con i tuoi post sui social anche. Come ti trovi a Udine nella quotidianità?

“Credo che sia fondamentale il volere fortemente essere qui. Amo essere all’Udinese, una società al top come organizzazione, e voglio stare con la gente del Friuli. Partendo da questo, gli obiettivi arrivano. Sono molto felice dell’affetto dei tifosi che capiscono quanto io ami questa maglia e lavori duro. Mi piace dimostrarlo sui social per spiegare alla gente come è andata secondo me la partita e la mentalità che abbiamo come squadra”.

A proposito di maglia, sei consapevole che stai scrivendo anche tu un pezzo di storia di questo Club? Indossi la numero 10 che fu di Di Natale e Zico.

“Ne sono consapevole ma non sono ancora al loro livello. Sono giocatori grandissimi. È uno dei miei obiettivi far bene come loro: so di avere tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori giocatori dell’Udinese. C’è un cammino duro, però, che dobbiamo fare tutti insieme come squadra per raggiungere risultati storici”.

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Udine 18 Settembre 2022. Serie A. Udinese-Inter. © Foto Petrussi

Ci racconti qualcosa anche del tuo rapporto con la proprietà, con la Famiglia Pozzo che avevi conosciuto già nella tua esperienza al Watford? C’è un legame speciale?

“Assolutamente sì. Ho un rapporto importante con Gianpaolo Pozzo sviluppato negli ultimi due anni ma, soprattutto, con Gino ho un rapporto molto speciale da tanti anni e lo stesso anche con Magda: mi sono stati vicino nel momento più difficile della mia carriera, mi hanno aiutato tanto dandomi enorme fiducia. Uno dei miei obiettivi è dare a questa Famiglia grandi soddisfazioni con le mie prestazioni e credo che lo stia facendo”.

Risultati e prestazioni che sono arrivate tue e di squadra in questo avvio di stagione. Possiamo dire che, dall’anno scorso, è cambiato e si è evoluto il tuo modo di giocare, visto che agisci da seconda punta e non più da esterno trovandoti ancora più a tuo agio?

“Certo. L’ho già detto anche l’anno scorso, la mia posizione adesso è quella e non mi muovo da lì. Giocando in quel modo capisco il calcio in maniera diversa e migliore. Giocando dentro il campo si capisce meglio dove sono gli spazi e cosa devo fare per il mio compagno. Fino alla fine della mia carriera voglio giocare lì perché sento di poter fare il mio massimo”.

Che Udinese è quella di quest’anno? La stagione è iniziata alla grande.

“Siamo una squadra forte. Ma c’è molto dietro l’aggettivo forte: c’è una mentalità da far crescere durante la settimana e tanto lavoro da fare soprattutto per noi giocatori d’esperienza per farci seguire dai compagni più giovani. Dobbiamo trasmettere l’orgoglio di vestire questa maglia che si traduce nella voglia di fare sempre una corsa in più in campo per il compagno. Ogni giorno bisogna essere orgogliosi di giocare all’Udinese, i risultati arriveranno partendo da questo. Ci stiamo riuscendo e dobbiamo farlo per tutta la stagione”.

Vi siete dati un obiettivo di squadra e tu, magari, anche personale? Magari tornare nella parte sinistra della classifica…

“L’obiettivo è creare una squadra in cui tutti i giocatori hanno voglia e mentalità vincente in ogni partita. La conseguenza sarà quella di arrivare lì”.

In tal senso, Sottil insiste tanto su questi aspetti e sul senso di appartenenza avendo giocato all’Udinese. Cosa è cambiato con lui, come ti stai trovando?

“È stato sin da subito un allenatore intelligentissimo. Abbiamo capito dal primo giorno quello che ci chiedeva. Ha grandissime motivazioni e spinge tanto. È stato bravo e intelligente nel mantenere il sistema di gioco che avevamo ed anche alcune cose che facevamo l’anno scorso, aggiungendo la sua grande esperienza e i suoi concetti, oltre alla grande grinta che aveva anche da giocatore. Vuole trasmettere questa mentalità a tutti e, con lui, possiamo diventare una squadra importante”.

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Deulofeu abbraccia mister Sottil

Ci sono tanti ragazzi, come da tradizione per l’Udinese, giovani e molto talentuosi: solo per fare qualche nome Udogie che ha già impressionato l’anno scorso ma anche Samardzic e tanti altri. Cosa ti aspetti da loro quest’anno e se c’è qualcuno di loro che ti ha impressionato per la crescita avuta?

“Già l’anno scorso io parlavo di Samardzic, è un giocatore forte. È arrivato in un modo e adesso è cresciuto tantissimo. Tutti i ragazzi stanno migliorando e vedono degli esempi che arrivano al campo 10 minuti prima o vanno in palestra in anticipo. Lui e Udogie stanno facendo questo percorso e potranno diventare calciatori incredibili acquisendo questa mentalità. Qui hanno i modelli giusti per apprenderla ed aiutare l’Udinese a diventare fortissima”.

Si ringrazia l’Udinese Calcio per la gentilezza e la disponibilità nel darci la possibilità di intervistare un proprio tesserato

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