Non sembra ancora imminente, ma a grandi passi si sta avvicinando il ritorno in campo di Christian Eriksen, ad ormai 8 mesi da quel maledetto giorno in cui durante la sfida tra la sua Danimarca e la Finlandia ad Euro 2020 venne colpito da un arresto cardiaco. L’operazione, l’ombra del ritiro, la lenta riabilitazione. Poi l’obbligata rescissione con l’Inter a Dicembre e l’accordo con il Brentford, squadra con cui si allena dall’inizio del 2022. Il centrocampista danese, in un’intervista alla BBC, ha raccontato le sue sensazioni, tra la voglia matta di tornare a giocare una vera partita e la gratitudine verso tutti coloro che l’hanno aiutato in questo difficilissimo periodo.
Eriksen pronto a tornare
Le regole della Serie A non permettono di scendere in campo a chi ha necessita di un Impiantator Cardioverter Defibrillator, l’apparecchio che da quasi 8 mesi è stato impiantato nel cuore di Christian Eriksen. Per questo il danese ha dovuto trovare una nuova squadra nel cui campionato non esistono restrizioni a riguardo. Ed il Brentford, club di Premier League, non ci ha pensato un attimo a puntare su di lui. Il giorno del rientro in campo si avvicina, ed il centrocampista ha parlato del suo stato d’animo in un’intervista alla BBC.
“È stato e sarà ancora un lungo percorso, giorno dopo giorno. Sembra che il mio ritorno in campo si stia avvicinando e aspetto paziente il momento giusto“, ha detto Eriksen a BBC Sport. “Sarà speciale poter tornare in campo e giocare di nuovo una partita dopo quanto è successo. Sarà fantastico“. Il danese pensa che un suo rientro possa essere considerato un miracolo: “Sicuramente, lo è“, ha risposto. “Essere in uno stadio, giocare una partita, mi prenderò tutta l’emozione e l’adrenalina“.
{/* @ts-expect-error AMP custom element */}“Non ho paura – ha continuato Eriksen – non sento il mio defibrillatore, so che se viene colpito è abbastanza sicuro. Non ho paura delle sfide future”. Il centrocampista ha anche ringraziato tutti coloro che lo hanno aiutato a riprendersi e a tornare a giocare: “Voglio mostrare la mia gratitudine. Alle persone intorno a me, ai compagni di squadra, ai medici in campo, ai medici di squadra e ai paramedici in ospedale. Sono molto fortunato, se non ci fossero stati loro non sarei qui“.
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