Il “walking football” (che non è una parodia calcistica di zombie), nasce in Inghilterra nel 2011 su iniziativa della fondazione benefica del Chesterfield FC, il quarto club più antico d’Inghilterra. Lo scopo è quello di offrire ai più anziani e a chi ha riportato infortuni gravi la chance di continuare a giocare a calcio. Cosa cambia tra il gioco del calcio, con regolamenti FIFA e il walking football? Una è la vera grande differenza: nel walking football NON si deve correre. E’ necessario mantenere sempre almeno un piede a terra, un po’ come succede per chi marcia.
Il walking football ha avuto un successo clamoroso in pochi anni: nel 2014 si contavano 125 club in Inghilterra, oggi siamo già a più di 800.
Meno di un anno fa il walking football, ma se volete chiamatelo calcio camminato, ha sconfinato ed è sbarcato in Italia per iniziativa della UISP. Ma in Inghilterra ora fanno sul serio: addirittura la Football Association dirimerà un regolamento ufficiale. L’iniziativa è quella di incoraggiare la competitività di questo sport pensato per gli over 50.
Il regolamento della Football Association sarà probabilmente ispirato alle regole del calcetto o futsal: solitamente le squadre sono composte da 5 o 7 calciatori, le rimesse si battono con i piedi e non esiste il fuorigioco. La FA dovrà esprimersi su temi un po’ più caldi: se è previsto il contatto fisico e in che misura, se si può tirare da lontano (da prima di metà campo insomma), se limitare i tocchi di palla che ha a disposizione un calciatore prima di passarla, se ammettere le punizioni di prima e infine se vietare i retropassaggi al portiere. Una cosa è certa e rimarrà tale: non si deve correre.