Festa della donna: lettera di un Bomber

calcio08/03/2016 • 08:25
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Cara Donna,
scrivo a te e soltanto a te. Perché il solo nominare un’altra ragazza scatena tutto lo Stam che c’è in te. Scrivo a te perché, anche se dici che dell’otto marzo ti importa poco, so che correresti sotto casa mia alla Mazzone additandomi di essere un menefreghista. Uno di quelli che si dimentica delle ricorrenze e se ne frega degli appuntamenti fissi del calendario.
Ti scrivo per chiederti scusa. Perché anche un bomber ha un cuore, un cuore di cuoio magari ma pur sempre un cuore. Scusa se ti ho costretta a seguirmi con la temperatura ben sotto lo zero in quel campetto dove la tettoia fa acqua da tutte le parti. La domenica quando volevi stare un po’ con la tua amica che non vedevi da un pezzo. La domenica in cui sono entrato in campo soltanto nel recupero perché non mi ero nemmeno presentato ad allenamento in settimana. Proprio quel giorno in cui aveva deciso di piovere e tirare un vento gelato.
Ti chiedo scusa se la domenica pomeriggio, quando non gioco, sparisco per un paio d’ore al bar. E magari ti rispondo pure con la stessa freddezza di Ibrahimovic. Ma devi sapere che non c’è un’altra, non c’è mai stata. Ci sono soltanto quei gol lasciati in panchina al Fantacalcio e quelle espulsioni che arrivano quando sai già di avere la vittoria in tasca. Dopotutto quando ti chiedevo “Pavoletti o Ciofani?” ho sempre ascoltato il tuo consiglio. Mettendo in campo il nome che non mi avevi indicato tu, naturalmente.
Ti chiedo scusa se a volte sono intrattabile ma quella bolletta potrebbe fare la differenza, anche per te. Perché il bracciale di Tiffany costa anche più delle Mercurial Vapor e a malapena mi pagano le trasferte. E’ sempre difficile restare calmi quando quella partita dall’altro capo del mondo non si sblocca e la differenza tra spese pazze e insulti a profusione passa per un over sui calci d’angolo.
Chiudo questa lettera con un’ultima richiesta di perdono. Perché so che oggi è la tua festa ma c’è anche la Champions. Ed io ho già prenotato il mio solito tavolo nel solito posto. Se vuoi venire ti aspetto ma so già quale sarà la risposta. Mica per niente ti ho fatto recapitare questa lettera con un mazzo di rose rosse.
Ciao, il tuo bomber.

Articolo di: Nicolò Premoli

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Redazione

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