Tra le ragioni dello storico passaggio di Neymar dal Barcellona al PSG, questa è stata tra le più discusse. Per settimane si è parlato delle cifre astronomiche dell’affare, ma una volta spenti i riflettori sull’aspetto economico sono emerse le cause tecniche e ambientali.
Le indiscrezioni parlavano di un Neymar non più disposto a sopportare ulteriori stagioni passate all’ombra di Messi. Il brasiliano, sempre più convinto ad assaltare il trono di migliore al mondo ora in coabitazione tra l’argentino e Cristiano Ronaldo, avrebbe così deciso di allontanarsi per scrivere la propria storia lontano dal compagno-rivale. La consacrazione internazionale dei parigini, con ben impressa la sua firma, è sembrata in questo senso una sfida all’altezza delle ambizioni.
C’è però chi non vede in questo cambiamento una soluzione, bensì un’espressione di debolezza. Titì Henry, ex compagno di Messi al Barcellona ieri ospite di una tv inglese per il commento di Chelsea-Barça, ha commentato così la questione:
“Non so se sia andato via dal Barcellona per non trovarsi più all’ombra di Messi. Quel che so è che tutti i giocatori stanno all’ombra di Messi, e se Neymar non vuole stare all’ombra di Leo allora che cambi sport.”
Chiaro e diretto sulle gambe di O’Ney, come a dire: puoi anche cambiare maglia e campionato, ma Messi ti sta sopra sempre e comunque. La questione è certamente aperta e in continua evoluzione e discussione, anche se la leadership del brasiliano a Parigi sembra ancora in effetti troppo debole e contaminata dai soliti peccati di vanità e dagli slanci solisti del 10 verdeoro.
D’altronde l’abdicazione di Messi non è proprio uno scherzo, ma sarà a suo tempo quella di uno dei più influenti interpreti del gioco, capace ancora con un singolo piatto sinistro di spostare gli equilibri di una qualificazione europea. E non è poco.