Come tutti i club più gloriosi d’Italia anche il Napoli ha avuto, nel corso degli anni, un numero 10 caratteristico che verrà ricordato per l’eternità. Nello specifico stiamo parlando ovviamente di Diego Armando Maradona, considerato universalmente uno dei più forti calciatori della storia se non il più forte di sempre. Ebbene, proprio in onore dell’argentino, qualche anno fa il Napoli decise di ritirare la casacca numero 10, anche se nell’ultimo periodo si parla di una riesumazione in favore di Lorenzo Insigne, l’unico calciatore che sembra davvero in grado di riprendere l’eredità del Pibe de Oro. In attesa della decisione, però, è bene ricordare che dopo Maradona il Napoli ha comunque avuto svariati numeri 10. Il problema è che la maggior parte di loro si sono rivelati non per la loro classe ma unicamente per la grande inadeguatezza nel vestire quella maglia così pesante.
Tenendo conto della situazione dal momento in cui sono stati aggiunti i nomi sulle maglie (e quindi le casacche diventarono “proprie”) iniziamo citando il mitico Fausto Pizzi: ex giocatore dell’Inter, arrivò a Napoli nella stagione 1995-1996 per una toccata e fuga. Scelse proprio quel sacro numero, che però non gli portò grandissima fortuna: in 28 presenze segnò solo 4 reti e il Napoli terminò il campionato con un misero 12° posto.
Sicuramente peggio di lui face Joubert Araùjo Martins, in arte Beto: il centrocampista brasiliano – che può vantare addirittura una dozzina di presenze nella Nazionale carioca – in 22 presenze segnò le stesse reti di Pizzi ma le sue prestazioni non vennero ricordate per brillantezza, anzi. Il Napoli chiuse il campionato peggiorando di una posizione il piazzamento della stagione precedente e, come Pizzi, anche Beto fece subito le valigie lasciando la squadra.
Pur essendo invece un calciatore di discreto spessore, Igor Protti dovette fare i conti con la peggiore stagione del Napoli di quegli anni: i partenopei retrocessero in Serie B dopo 33 anni consecutivi di massima serie. Protti visse una stagione assolutamente insufficiente, con soli 4 gol e un addio già scritto dopo un anno di prestito.
In Serie B ci fu l’ultimo numero 10 “ufficiale” del Napoli: l’attaccante Claudio Bellucci, che già nella stagione della retrocessione si era comunque proposto come uno degli uomini più importanti della squadra. Il ragazzo ebbe un ruolo anche nei due campionati successivi ma prima della stagione 2000-2001 fu deciso di ritirare la casacca numero 10: Bellucci scelse l’11 e il Napoli accantonò definitivamente la maglia. O almeno così credeva.
Dopo il fallimento, infatti, il Napoli fu costretto a ripartire dalla Serie C. Nella terza categoria all’epoca i numeri erano giostrati ancora in old style e furono moltissimi i giocatori di quel periodo a vestire la maglia che fu di Maradona. Tra i tanti ricordiamo Marco Capparella, Nicola Corrent ma soprattutto l’ultimo, ovvero Roberto “El Pampa” Sosa. Anche lui argentino, anche lui amatissimo ancora oggi dal popolo partenopeo. Un piccolo passaggio di consegne che mise la parola fine all’assegnazione del numero 10 post Maradona. Almeno per adesso.