Il tecnico del Liverpool corre in soccorso di Wayne Rooney, letteralmente assediato dai tabloid, dopo l’uscita delle foto che lo vedono visibilmente ubriaco ad una festa. Lo stesso Rooney che si è sfogato nei giorni scorsi così: “Mi vogliono distruggere. Non l’avranno vinta, sono ancora qua”.
L’allenatore dei Reds spiega: “Questa è la generazione più professionale che abbia mai conosciuto, non solo in Inghilterra. Tutte le leggende che ammirate ancora oggi hanno bevuto e fumato come dei pazzi, ed erano comunque grandi giocatori. Nessuno fa più così oggi“.
Proprio a Liverpool, in Inghilterra e in tutto il mondo ricordano bene la vicenda Best. Grande, grandissimo per qualche anno. Ma poi distrutto dalla dipendenza dall’alcool. Qualcosa di simile è capitata anche ad un altro beniamino inglese “Gazza” Gascoigne.
Ma parafrasando l’indimenticabile successo di De Gregori, La leva calcistica del ’68, dalle dichiarazioni di Klopp si potrebbe evincere “non è mica da questi particolari, che si giudica un calciatore”.
“Tra un paio di settimane nessuno si ricorderà più di questa vicenda”. E infine il tedesco azzarda una morale: “Non tutti gli errori dei ragazzi devono essere puniti o resi catastrofici dai media. Si può rimanere professionisti pur andando a feste ed eventi come capita a noi tecnici e calciatori.”
Che dire, Wayne? Ti sei guadagnato un invito gratis al prossimo Oktoberfest dal tuo nuovo amico Jurgen.