Chi legge spesso i racconti personali della mia rubrica qui sul sito sa benissimo che la mia passione per il Napoli è immensa, anche se non insana a livello di contenuti. Essendo io un tifoso molto appassionato, specie negli anni scorsi in cui la squadra navigava di certo non in buone acque ho avuto modo di esaltarmi per delle vere e proprie minchiate. In particolare, l’episodio di cui vi parlo oggi riguarda la stagione successiva a quella della maglia albiceleste: per intenderci, l’ultima del Napoli pre De Laurentiis.
La squadra, come al solito in quelle stagioni, navigava nella mediocrità: dopo un mercato apparentemente di livello, il tecnico Agostinelli fu esonerato e al suo posto fu ingaggiato il mitico Gigi Simoni, che però non riuscì a fare altro che impostare una salvezza tranquilla in Serie B prima del fallimento. In quel periodo desideravo tantissimo una maglia del Napoli. Ma non di quelle comprate negli store ufficiali, intendo proprio una dei calciatori. Ecco, in base ad una concatenazione di eventi che non sto qui a spiegarvi, la cosa accadde sul serio. Ed io ero emozionatissimo: finalmente potevo avere la mia di un calciatore della mia squadra del cuore! A questo punto, restava da capire di chi potesse essere: il bomber Davide Dionigi? Il trequartista Rubens Pasino? Nicola Zanini? O forse Francesco Montervino? Dopo settimane di dubbi e speranze, finalmente la maglia arriva.
E’ in un pacco, lo apro.
…Dario Marcolin.
Il capitano.
Marcolin.
Ok.
…Fanculo.
A ripensarci, l’astio verso Marcolin era praticamente ingiustificato: lui, come gli altri, faceva quel che poteva. Solo che, in quel determinato momento storico, Marcolin rappresentava alla perfezione l’emblema di quello che non andava nel Napoli: giocatore a fine carriera, lentissimo come pochi e ormai “spompato” dopo anni di calcio, dunque senza stimoli. Inoltre, presentava una problematica non da poco: era enorme, gigantesca per un ragazzino come me. Praticamente mi arrivava (e ancora mi arriva) quasi a metà coscia. Morale della favola: quella maglia la misi solo una volta, per una partitella di calcio in un villaggio vacanze. Poi è rimasta lì. A volte, quando esce fuori, la guardo con un po’ di sospetto. Ma, bisogna ammetterlo, ormai rappresenta comunque un pezzo di storia: in fondo, Marcolin è stato l’ultimo capitano del vecchio Napoli. E tutto sommato poteva veramente andare peggio. Quindi, rispetto per Dario Marcolin e per il suo periodo in azzurro, nonostante tutto.