La cosa bella del calcio è che puoi riassumere tutto in momenti. Tu puoi giocare un anno, sotto la neve, sotto la pioggia, sotto il sole, ma sarà sempre un momento, un dettaglio, a determinare quello che fai. Un puntino che unisce tutto il resto. In campionato, per esempio, potremmo ricordarci di quel momento come quello in cui Dybala da terra, con metà corpo all’indietro, decide di spostare il suo talento nella mistica e di far vincere lo scudetto alla Juve. Il 5 maggio, il gol di Muntari, la punizione di Del Piero, il gol di Grosso contro la Germania. Sono polaroid che fotografano un lungo arco di tempo, lo riassumono.
La magia della Champions League è che anche in un doppio scontro – dunque in un lasso di tempo tutto sommato breve, 180 minuti – ci sono i momenti. Le cose che le fotografi, e in cuor tuo sai come vanno a finire.
La Roma ha fotografato la qualificazione in un momento, e questa fotografia l’ha scattata in Ucraina. Inspiegabilmente sotto 2-1 dopo un secondo tempo degno di un horror, lo Shakhtar era lì lì per mettere la parola fine a questa storia. Aveva colpito ai fianchi l’avversario, lo aveva stordito, e stava per dare il cazzotto del k.o. Alisson era superato, e quando superi Alisson il lavoro solitamente è fatto. Solitamente.
È intervenuto da dietro un difensore, ma non un difensore qualunque. Bruno Peres. Alla Roma ha fatto più danni della grandine, (e la grandine a Roma fa danni) le situazioni negative lo hanno rincorso sempre senza pietà. Anche quando ha giocato soli 5 minuti, la burrasca è andata a finire sempre dalla parte sua, lo ha travolto di continuo. Peres mica se lo aspettava di diventare una specie di burattino dopo tutte le magie che ci aveva fatto vedere al Torino (vedi qui). E anche a Roma si chiedono dove sia finito il vecchio Bruno, ma preferiscono chiederselo mentre lui non gioca.
Ma signori, lui in Ucraina doveva entrare a segnare il momento. Si è trovato lì dietro Alisson, come i santini che tieni nel cruscotto, e tac, ci ha messo il piede. L’ha toccata. L’ha spazzata. Sta volta si è trovato nel posto giusto (e non succede solo nelle commedie che lo sfigato della scuola fa il canestro decisivo quando gli sbatte la palla in testa). Forse è stato istinto, forse è stato solo culo, chi lo sa. Fatto sta che quella partita la Roma l’ha persa solo 2-1, e all’Olimpico è bastata. Il suo ingresso non è neanche servito.
Ma vi pareva che dopo un salvataggio del genere, firmato proprio da Bruno Peres, la Roma si poteva lasciar sfuggire quest’occasione mistica?
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