Nella desolatamente desertica Fury Road c’è ancora un uomo che sembrava aver perso tutto, che credeva di aver smarrito la strada: Massimiliano Allegri, il Mad Max bianconero, ha trovato nuova linfa nella Wasteland del calcio italiano. La Juventus gli ha dato uno scopo dopo l’esonero rossonero, e lui ha colto la palla al balzo distruggendo gli altri Figli di Guerra che ne ostacolavano il cammino. L’Italia è conquistata con forza inaudita, e non una volta sola. C’è però ancora un tassello che manca. Un pezzo del mosaico che sa di maledizione: la Champions League.
Desiderata e bramata, solo sfiorata due anni fa a Berlino. Quella coppa è un’ossessione, è il bisogno di chiudere la porta del passato e dare spazio al definitivo futuro, possibilmente senza rimpianti. La necessità di percorrere un’altra strada, di fare una deviazione. Ci saranno inseguimenti: non è importante quante auto riusciranno ad infestare il cammino, lo saranno piuttosto i mezzi difensivi e la volontà di arrivare alla nuova casa. Non ci sono immortali, avvoltoi, armi e deformi che possano distruggere un obiettivo prefissato. E’ lì, ed è difficile da attuare. Non impossibile.
I compagni di viaggio saranno leali. Le incomprensioni una mera illusione, prima di confluire tutti verso il target principale. E se la coppa non arriverà quest’anno, potrebbe arrivare più tardi. Perché il Valhalla attende fino all’ultimo, ma non concede sconti ed apre le porte solo a chi è realmente meritevole. Mad Max Allegri è pronto, con la sua Interceptor V8 bianconera, ad affrontare nuovamente i nemici di queste terre maledette e infernali. Forse perirà nell’impresa. Forse la sua Juventus non sarà così Furiosa. Ma il viaggio, che a prescindere possiede sempre un termine, sarà l’essenza di tutto. E chissà che, alla fine del percorso, Allegri e la Juventus non possano trovare insieme una sorta di redenzione.