Sembrava tutto fatto per il passaggio di Manolas allo Zenit, ma al momento di effettuare le visite mediche a Roma il difensore non si è presentato. Cosa c’è dietro a questo ripensamento?
Pare che il motivo per cui il calciatore greco (unico del suo Paese a pensarla così, credo) abbia deciso di disertare l’appuntamento sia la valuta con la quale il Club russo dovrebbe riconoscergli gli emolumenti.
Sì, perché sull’entità dell’ingaggio non ci sono distanze. 4 milioni di euro per 4 anni è la cifra sulla quale entrambe le parti si sono accordate. I russi però, come ovvio che sia, non essendo nell’Euro-zona pagherebbero Manolas con circa 270 milioni di rubli a stagione.
Più intransigente e amante dell’Euro di Mario Draghi, Kostas ha detto no. Spiegateglielo che se lavori e vivi in Russia ti pagano con la moneta russa e non con quella che vuoi te, o quella che c’è a casa tua. Spiegategli poi che la valuta la puoi cambiare, e non è obbligato a comprarci solo Vodka, colbacchi, o automobili senza servosterzo con quei soldi.
Le ipotesi qui sono due: secondo la prima Manolas si è inventato una fregnaccia per rifiutare la destinazione russa, un po’ come quella che utilizzò Sheva per motivare il suo passaggio al Chelsea ormai una decina d’anni fa. I suoi figli dovevano a tutti i costi imparare l’inglese a Londra, in barba a tutti gli istituti per le lingue straniere presenti a Milano.
Seguendo la seconda ipotesi, Manolas deve aver da poco rivisto il trailer di Maccio Capatonda “Il Vecchio Conio”, dove Rupert Sciamenna frega i suoi creditori pagando il debito di gioco da “20mila”… in Lire.
Guarda Kostas, vai su Google e cerca “convertitore valuta”. Poi conta bene gli zeri, e se ci stai dentro e c’hai ancora voglia, salutaci il Mancio.
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