Si può davvero rifiutare un incarico perché in conflitto con la propria fede sportiva? A parole, in molti dicono di sì, anche se la pratica poi ha tante volte indicato diversamente.
È giusto rifiutare un incarico perché in conflitto con la propria fede sportiva? Ovviamente a questa domanda non è possibile rispondere inequivocabilmente, poiché ogni scelta personale e professionale, in quanto tale, merita di essere rispettata.
Certo che pensare, nell’epoca delle mille infanzie di Ibra, a un calciatore che rinunci anche solo alle sirene di uno dei tanti “bonus” per fede sportiva, è più che mai fuori tempo. Per non parlare degli allenatori. Con il numero sempre più risicato di piazze economicamente stabili dove sedersi in panchina, come si può pensare di rifiutare anche solo un contratto coi voucher offerto da Zamparini?
Enrico Nicolini, storico assistente di Mandorlini, ha deciso invece di mettere al primo posto la propria passione e le proprie radici.
Con l’esonero di Juric in seguito alla batosta di Pescara, l’ex tecnico del Verona è stato chiamato a guidare il Grifone in questo delicato finale di stagione. Come da copione, al momento di accettare la proposta dei rossoblu, Mandorlini ha contattato il proprio assistente, per confermare lo staff tecnico.
Ma Nicolini ha detto no. La sua fede e tradizione blucerchiate, è anche stato calciatore per la sua squadra del cuore, non gli hanno permesso di accettare. Il pensiero all’educazione del padre, e l’attaccamento a un intero “popolo” hanno avuto la meglio su uno stipendio certo. E da assistente del Verona non dovrebbe aver fatto i milioni in questi anni.
Non vogliamo però condire con troppa morale una vicenda che, fino a qualche anno fa, sarebbe stata all’ordine del giorno. Perché certe “identità calcistiche” sono importanti nelle nostre città, e anche se troppe volte ancora si esagera, quando genuine sono il motore del grande calcio. Ecco come Nicolini ha spiegato la propria scelta, pubblicando un post su Facebook:
«Mio padre mi ha insegnato tra le tante cose il rispetto per la gente e l’amore per la Sampdoria. Se fossi andato al Genoa, avrei tradito i tifosi blucerchiati e mancato di rispetto al popolo. Penso che nella vita avere degli ideali conti ancora, capisco che i soldi possano farti stare bene, ma non ha prezzo essere coerenti con le proprie idee».
E poi, in fondo, sono tutti contenti. I tifosi del Genoa non avrebbero di certo gradito un sampdoriano nel club, e potranno invece tributare rispetto alla coerenza di un sincero rivale. Il popolo blucerchiato sentirà ancora più forza e orgoglio per l’attaccamento ai propri colori, ed Enrico potrà addormentarsi senza mordere ogni notte il cuscino.
Sarà solo calcio, ma quante volte non ci ha fatto dormire…
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